La protesta dei 'cinguettii rubati' è durata solo poco più di un'ora, ma ha avuto l'effetto atteso. I precari dell'Istat ha occupato l'account ufficiale dell'Istituto nazionale di statistica, scrivendo una serie di tweet al governo per protestare contro la mancata approvazione al Senato di un emendamento al decreto Milleproroghe per la stabilizzazione dei 350 lavoratori. Tweet a Palazzo Chigi, a Gentiloni, ma anche ai media per chiedere visibilià. "Dalle 14,30 alle 15,40 il nostro account non è stato utilizzato per finalità istituzionali. Da ora riprende l'attività ordinaria #istat" si legge sull'account ufficiale. "#Istat in rivolta: approvate emendamento #Milleproroghe: perché no?", cinguettavano invece i precari. E ancora, "caro Palazzo Chigi, se il Paese vuole i dati", allora, dovrebbe dire sì al nostro contratto. "Ci stanno spegnendo", aggiungono con un ultimo tweet, poi rimosso, "ma resistiamo". "Sono più di 6 anni che 'resisto', ho un contratto precario e attendo con ansia il parere del governo del prossimo 14 febbraio" dice all'Adnkronos Valeria, una delle ricercatrici in prima linea. "Qualche collega è andato all'estero, in Lussemburgo o negli Stati Uniti, ma io resto. Sono entrata nell'ottobre del 2010 e da allora ho un contratto a tempo determinato".
Dalle 14,30 alle 15,40 il nostro account non è stato utilizzato per finalità istituzionali. Da ora riprende l'attività ordinaria #istat
— Istat (@istat_it) 10 febbraio 2017
#istat #rappann2016 #epr il futuro della statistica ufficiale non può essere precario #Precari_istat
— Karletto (@Funkarletto) 20 maggio 2016
Ieri, invece, hanno messo al cancello dell'Istituto le "catene della precarietà". L'Assemblea dei Precari Istat ha infatti serrato il cancello di ingresso dell'Istat in "segno di protesta" per avere ricevuto un secco no alla stabilizzazione dei lavoratori precari. Una risposta, sottolinea l'Assemblea, che "chiude il futuro" lavorativo.
In una nota, l'Assemblea spiega che "in seguito all’ennesimo segnale di rifiuto sulla propria stabilizzazione, ha deciso di restituire al governo la chiusura sul proprio futuro occupazionale per il tramite dell’ingresso principale della sede centrale".
L’Assemblea, riunita presso l’ingresso presidenziale, "richiede con determinazione un’inversione di tendenza netta e immediata rispetto all’emendamento in discussione al Senato".