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Generali, Intesa Sp vs Mediobanca: pesa il 'pericolo' francese

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24 gennaio 2017 | 18.16
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La banca di sistema. E la banca d'affari. Intesa SanPaolo, da una parte. Mediobanca, dall'altra. La partita è in atto da tempo, su tanti dossier, e oggi potrebbe essere arrivata alla sfida decisiva, quella sulle Generali, nel cuore della finanza italiana. La posta in gioco è alta e riguarda anche, per gli evidenti legami che ci sono, le vicende Telecom e Mediaset, con Vivendi e Axa a saldare gli interessi francesi e l'idea contrapposta di una risposta italiana. Ma, chiarisce una autorevole fonte finanziaria all'Adnkronos, "nessuno pensa a una difesa nazionale come a un derby di frontiera: sono le prospettive di crescita e la possibilità di aumentare la propria redditività futura a separare le strade di Intesa SanPaolo e Mediobanca". Con i francesi che sono "un pericolo" nel primo caso e "un alleato" nel secondo.

I vertici di Intesa San Paolo, si spiega, "sono convinti che sia necessario porre un argine alla penetrazione francese in Italia". Per la semplice ragione che la prima banca italiana ha tutto l'interesse a tenere italiano il principale centro di potere finanziario. Il ruolo di Generali, anche in un'ottica di sistema, "è infatti considerato decisivo". E, in questo senso, anche i tedeschi di Allianz possono diventare un alleato prezioso. I legami tra Mediobanca e i francesi sono alla luce del sole. Basta considerare e 'pesare' la quota dell'8% di Vincent Bollorè nel capitale di Piazzetta Cuccia. E poi guardare al rapporto stretto tra lo stesso patron di Vivendi e il fondatore di Axa Claude Bébéar. Da qui i sospetti, da verificare quanto fondati, di chi ritiene che l'obiettivo francese possa essere quello di conquistare il Leone di Trieste passando per Piazzetta Cuccia (azionista delle Generali con il 13,04%). La contrapposizione tra Intesa SanPaolo e Mediobanca, spiega ancora la fonte interpellata, diventa, in quest'ottica, "inevitabile, fisiologica".

Un ruolo chiave spetta anche agli altri azionisti italiani di Generali, che sono in contatto costante con Mediobanca, Caltagirone (3,56%), la Delfin di Leonardo Del Vecchio (3,16%) e De Agostini (sotto il 2%). Così come può risultare decisiva la quota di Unicredit (8,6%) in Mediobanca. Soprattutto nell'ipotesi che la banca di Piazza Gae Aulenti, come prospettano gli analisti di Equita e Banca Akros, possa vendere proprio a Intesa SanPaolo la sua partecipazione.

Intanto, a quanto si apprende da fonti finanziarie, la Consob ha convocato Intesa Sp, Generali e Unicredit.

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