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Dieselgate, accuse Usa a Fca che replica: "Nessuna irregolarità"

Sergio Marchionne (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
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12 gennaio 2017 | 17.15
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L'Epa, l'agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente, accusa Fca di aver violato le norme sulle emissioni . Su 104mila veicoli diesel venduti negli Stati Uniti sarebbe stato inserito un software che permetteva di modificare i livelli di emissioni. E' quanto si legge in una nota dell'Epa che oggi ha emesso un avviso di violazione al gruppo Fca per "presunte violazioni del Clean Air Act".

In Fca "non abbiamo fatto niente di illegale. Tutto questo non ha alcun senso. Non c'è mai stata alcuna intenzione di creare condizioni per falsare" i test sulle emissioni. Lo ha sottolineato, secondo la rivista specializzata 'Automotive News', l'ad di FCA Sergio Marchionne, in conferenza stampa dopo le accuse mosse dall'Epa su alcuni modelli del gruppo. Per il manager "non c'è una sola persona in questo gruppo che proverebbe a fare una cosa così stupida. Noi non siamo quel tipo di criminali".

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I modelli dei veicoli coinvolti, sottolinea Epa, sono quelli del 2014, 2015 e 2016 Jeep Grand Cherokee e i camion Dodge Ram 1500 con motori diesel 3.0 litri venduti negli Stati Uniti in cui "il software non dichiarato evidenziava livelli di emissioni di ossidi di azoto (Nox) inferiori a quelli reali".

Ecco i modelli sotto accusa /FOTO

L'Epa sta lavorando in coordinamento con il California Air Resources Board (Carb), che ha anche emesso un avviso di violazione a Fca. Epa e Carb hanno entrambe avviato delle inchieste sulla base di presunte azioni di Fca. "E' una grave violazione della legge non dichiarare un software che modifica le emissioni in un motore che può provocare un inquinamento nocivo dell'aria che respiriamo", sottolinea Cynthia Giles dell'Epa. "Continuiamo ad indagare sulla natura e sull'impatto di questi dispositivi. Tutte le case automobilistiche devono giocare con le stesse regole, e noi continueremo a considerare responsabili le aziende che vogliono avere un vantaggio competitivo comportandosi in modo sleale e illegale". Ancora una volta, spiega Mary D. Nichols del Carb, "una grande casa automobilistica ha deciso di aggirare le regole ed è stata scoperta".

Fca, sottolinea ancora l'Epa, nonostante il Clean Air Act imponga alle cause automobilistiche di dimostrare che i loro prodotti soddisfino gli standard di emissione previsti dalla legge, "non ha rivelato l'esistenza di alcuni dispositivi di controllo delle emissioni ausiliari durante il processo di certificazione per i modelli 2014, 2015 e 2016 Jeep Grand Cherokee e per i camion Dodge Ram 1500, pur essendo consapevoli del fatto che una tale divulgazione era obbligatoria. Omettendo di rivelare la presenza di questo software e i modelli dei veicoli che lo contenevano Fca ha violato importanti disposizioni del Clean Air Act". Fca, sottolinea Epa, "può essere ritenuta responsabile" e subire delle sanzioni. L'Agenzia "sta anche esaminando se i dispositivi di controllo delle emissioni costituiscono 'impianti di manipolazione', che sono illegali".

Dura la replica di Fca Us a Epa che si dice "contrariata dal fatto che l'Epa abbia scelto di emettere una 'notice of violation' in merito alla tecnologia di controllo delle emissioni impiegata nei motori diesel leggeri da 3.0 litri, modelli 2014-2016, della società'' e ribadisce l'intenzione di ''collaborare con l'amministrazione subentrante per presentare i propri argomenti e risolvere la questione in modo corretto ed equo, rassicurando l'Epa ed i clienti di Fca Us sul fatto che i veicoli diesel della società rispettano tutte le normative applicabili''.

Nel frattempo il titolo di Fca è crollato in Borsa chiudendo gli scambi con un calo del 16,14% a 8,78 euro.

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