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Draghi: "Italia deve continuare con riforme strutturali, debito è sostenibile"

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28 novembre 2016 | 16.00
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Il debito pubblico italiano è "sostenibile", a patto che l'Italia continui a rispettare gli impegni previsti dal patto di stabilità, "perserverando" negli sforzi per implementare le riforme strutturali, in modo da aumentare la crescita economica e migliorando così "in modo duraturo" la sostenibilità del proprio debito. Così il presidente della Bce Mario Draghi spiega, in audizione davanti alla Commissione Econ dell'Europarlamento, la sua visione della condizione in cui si trova il Paese, a pochi giorni dal referendum sulla riforma costituzionale.

Rispondendo all'ennesima domanda di un europarlamentare sul debito pubblico italiano (sono state molte nel corso dell'audizione), Draghi ricorda che "in generale, la sostenibilità del debito di un Paese dovrebbe essere dedotta dalla sua capacità e dalla sua volontà di rimborsarlo. E, sotto entrambi gli aspetti, il debito dell'Italia è sostenibile. Lasciatemi ricordare che l'Italia ha uno degli avanzi primari più elevati tra i Paesi Ue. I rendimenti (dei titoli di Stato, ndr) si sono normalizzati e la crescita economica dell'Italia si sta gradualmente riprendendo".

"Questo non significa che ci sia spazio per compiacersi (room for complacency, ndr) - prosegue Draghi - il Paese ha uno dei rapporti più elevati tra Pil e debito, quindi è vulnerabile agli choc. E' importante che l'Italia continui a rispettare i suoi impegni previsti nel patto di stabilità, tra i quali quello di avere un avanzo primario e soprattutto perseverare negli sforzi per le riforme strutturali. E' molto importante aumentare la crescita economica in modo durevole, migliorando così in modo duraturo la sostenibilità del debito. Alcuni passi incoraggianti sono stati fatti nella gestione di bilancio e nel settore bancario, ma non c'è alcuno spazio per la compiacenza".

UE - "Un'importante lezione" che abbiamo imparato "dalla crisi è che una casa costruita a metà non è stabile, ma fragile. Quindi servono progressi" in tutti i campi "identificati dal Rapporto dei Cinque Presidenti" per superare le vulnerabilità dell'Unione Economica e Monetaria "derivanti dalla sua incompletezza", dice ancora.

"E' molto difficile valutare esattamente l'impatto" di avvenimenti che riguardano la sfera politica o geopolitica "nel medio termine", dice Draghi rispondendo alla domanda di un eurodeputato sulle possibili conseguenze del risultato del referendum sulla riforma costituzionale in Italia sui mercati e sulle banche italiane. "Guardando agli eventi recenti - osserva Draghi - è abbastanza chiaro che l'incertezza geopolitica diventa una grande fonte di incertezza" per i mercati, ma "la tendenza" che abbiamo visto negli ultimi tempi è "una reazione" dei mercati molto finanziari nel breve termine, mentre "in seguito la reazione dei mercati ha avuto una tendenza a placarsi", cosa che porta a concludere che "i mercati sono stati più resilienti".

"Ma questo - ammette Draghi - non significa che sappiamo che cosa avverrà nel medio termine", poiché avvenimenti "piuttosto profondi" influenzeranno "la realtà" delle cose in un modo che è arduo prevedere.

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