Il Senato ha votato la fiducia sul decreto fiscale, approvandolo con 162 voti a favore, 86 contrari e un astenuto. Il governo aveva posto la questione di fiducia sul testo già approvato dalla Camera, che così diventa legge. Tra le misure principali, la rottamazione delle cartelle, lo scioglimento di Equitalia, la riapertura dei termini per aderire alla voluntary disclosure; il recupero dell'evasione fiscale; l’abolizione degli studi di settore. Il provvedimento modificato dal Parlamento consente di incassare 1,4 miliardi in più tra il 2017 e il 2018, rispetto al testo scritto dal governo, grazie all'estensione della definizione agevolata al 2016. Le tabelle aggiornate, alla voce 'indebitamento netto pa', stimano entrate totali pari a 4,6 miliardi di euro per il prossimo anno.
Intanto, ha ottenuto il via libera in commissione alla Camera il ddl bilancio, l’altra gamba della manovra. Su questo fronte sono tre, in particolare, le novità rilevanti arrivate nel corso del lavoro della commissione.
Ok a 'norma De Luca' su governatori-commissari della sanità - I presidenti di Regione potranno svolgere il ruolo di commissari straordinari per l'attuazione del piano di rientro sanitari. E' stato approvato l'emendamento alla legge di bilancio, ribattezzato dalle opposizioni norma 'De Luca', suscitando molte polemiche. La commissione della Camera, dopo un dibattito a più riprese, ha dato il via libera alla modifica che cancella la normativa attuale. La legge di stabilità 2015 stabiliva l'incompatibilità del doppio ruolo nelle regioni soggette a commissariamento. La riformulazione dell'emendamento del relatore Mauro Guerra (Pd) prevede una verifica ogni 6 mesi dell'operato dei presidenti di Regione che hanno anche l'incarico di commissario alla Sanità.
Esodati - si estende l'ottava salvaguardia degli esodati, comprendendo altri 3.000 soggetti. La modifica alla misura contenuta nella legge di bilancio è stata introdotta con un emendamento approvato dalla commissione bilancio della Camera.
Opzione donna - L'opzione donna viene estesa a tutte le donne nate nel 1958. Viene allargata la platea di lavoratrici che potrà andare in pensione prima del tempo, rinunciando a una quota dell'assegno.