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Botta e risposta Juncker-Renzi: "L'Italia ci attacca, ma a torto". Premier: "Sulle scuole non ci fermano"

(Foto Afp)
(Foto Afp)
07 novembre 2016 | 15.53
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"L'Italia non cessa di attaccare la Commissione, a torto, ma questo non sortisce i risultati sperati". Lo sottolinea il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, intervenendo ad un convegno organizzato dalla European Trade Union Confederation, a Bruxelles. "L'Italia oggi - continua Juncker - può spendere 19 miliardi di euro in più di quelli che avrebbe potuto spendere se io non avessi riformato il patto di stabilità nel senso della flessibilità. Non si deve più dire, o se si vuole dirlo si può farlo, ma di fatto me ne frego (je m'en fous, ndr), che le politiche di austerità sarebbero state continuate da questa Commissione come erano state messe in atto in precedenza".

"Sono del parere, in particolare per quanto riguarda l'Italia, che bisognerà, come saggezza vuole, che noi prendiamo in considerazione il costo dei terremoti e dei rifugiati. Ma il costo addizionale legato ai migranti e ai terremoti per l'Italia - spiega Juncker - è dello 0,1% del Pil, quando l'Italia ci aveva promesso di arrivare ad un deficit dell'1,7% nel 2017 e ora ci propone un deficit del 2,4% a causa dei terremoti e dei rifugiati, mentre il costo si riduce allo 0,1%. Noi siamo in stretti contatti con il governo italiano, come con altri governi, per tenere d'occhio la situazione, ma non si può più dire che le politiche di austerità con questa Commissione continuano come prima".

LA RISPOSTA DI RENZI - "Juncker dice che faccio polemica. Noi non facciamo polemica, non guardiamo in faccia nessuno. Perché una cosa è il rispetto delle regole, altro è che queste regole possano andare contro la stabilità delle scuole dei nostri figli". Così il premier Matteo Renzi in risposta alle parole del presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker.

"Si può discutere di investimenti per il futuro ma sull'edilizia scolastica non c'è possibilità di bloccarci: noi quei soldi li mettiamo fuori dal patto di stabilità vogliano o meno i funzionari di Bruxelles", insiste Renzi.

LA PRECISAZIONE - Le dichiarazioni del presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker in cui si quantificano le spese che l'Italia prevede di sostenere nel 2017 a fronte della crisi dei migranti e dei terremoti allo "0,1% del Pil" sono state fatte "in una parte del discorso improvvisata", non preparata in precedenza. "Il presidente ha chiarito i dati più avanti nel corso del suo discorso". Lo afferma una portavoce della Commissione Europea.

"Come ha detto il presidente Juncker - continua la portavoce - i contatti con il governo italiano sono in corso. La valutazione del Documento programmatico di bilancio dell'Italia continua e, finché non rilasceremo la nostra opinione, non faremo altri commenti. Prima nel discorso e anche più avanti, ha fatto riferimento ai costi straordinari che alcuni Stati membri hanno sostenuto come risultato dei terremoti o dei flussi migratori, e al fatto che la Commissione ha riconosciuto la natura eccezionale di tali spese in passato".

 

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