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Manfredonia: Energas soddisfatta per referendum su deposito gpl

Il plastico del progettato deposito gpl a Manfredonia
Il plastico del progettato deposito gpl a Manfredonia
01 ottobre 2016 | 10.22
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"Adesso parleremo direttamente ai manfredoniani e dimostreremo con i fatti l’infondatezza dei timori che sono alimentati da una campagna denigratoria priva di fondamento Lo stesso testo del quesito, che parla di 'rischio di incidente rilevante', è un esempio lampante: sulla base di quali evidenze tecnico-scientifiche si dà per assodato questo assunto palesemente infondato?". Il presidente di Energas, Diamante Menale, in una intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno, commenta così il 'via libera' del Consiglio Comunale di Manfredonia al referendum consultivo sulla realizzazione nel territorio comunale di un deposito di gpl, da parte appunto dell'Energas.

"Il deposito avrà un impatto ambientale contenuto. Su un'area di 180mila metri quadri, circa 110mila rimarranno a verde e la massima altezza dei fabbricati sarà di 10 metri. Anche il gasdotto sarà completamente interrato con il sistema all'avanguardia T.O.C. che riduce al minimo l’impatto sull’ambiente", afferma Menale e a chi ritiene pericoloso il deposito replica che "in realtà non lo è affatto. Il sito è progettato secondo le più avanzate tecniche, soddisfa tutti i requisiti di sicurezza richiesti e anche di più. Il gasdotto, ad esempio, ha uno spessore triplo rispetto agli standard: 15 mm anziché 5. Nelle scorse settimane, poi, il Comitato tecnico Regionale della Puglia ha emesso il nulla osta di fattibilità".

"Depositi di gpl sono diffusi in tutta Italia e in molti casi sono pienamente integrati con l’ambiente urbano, basti pensare a quelli di Brindisi o Napoli. Nel caso di Manfredonia il deposito sarebbe interrato, di dimensioni poco superiori, in termini di stoccaggio, a quelli di Brindisi e di Livorno e ubicato in un’area industriale distante dal centro abitato", sottolinea Menale e in merito al funzionamento dell'impianto spiega che "il deposito raccoglie il gpl che navi cargo trasferiscono attraccando al pontile e collegandosi al gasdotto. Le operazioni di scarico sono poi seguite dallo smistamento all’interno del deposito tramite autobotti e cisterne ferroviarie. Non viene effettuata alcuna lavorazione o raffinazione, il circuito è chiuso e non ci sono emissioni nell'ambiente".

Quanto agli effetti 'sociali' dell'impianto, "si prevede una ricaduta occupazionale diretta di circa 70 persone e altrettanti nell’indotto -afferma Menale- In fase di realizzazione, al di là degli interventi di alta specializzazione, saranno coinvolte le imprese sipontine", inoltre vi saranno effetti collaterali: "Ad esempio, prevediamo la ristrutturazione di uno dei pontili del porto oggi in disuso: un’opportunità per favorire il rilancio delle attività portuali", aggiunge il presidente di Energas. Se poi il referendum bocciasse il progetto, "sarà l’amministrazione comunale a doversi confrontare con la risposta della città. Noi continueremo a sostenere la validità, la sicurezza e l’affidabilità del nostro progetto. Siamo convinti che, se avremo l’opportunità di confrontarci con i cittadini senza più alcuna mediazione, come abbiamo sempre auspicato, in molti rivedranno la propria opinione", conclude Menale.

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