Vi è mai capitato di andare al supermercato con la lista della spesa e uscire con tutto quello che non vi serviva? A noi sempre, ma sarà veramente tutto un caso? Una ragione c'è, ce lo spiega Antonella Carù, docente di Marketing all'Università Bocconi di Milano. - "Se non trovi mai il bene di prima necessità come pasta, sale e zucchero - spiega l'esperta all'Adnkronos - potrebbe non essere un caso. Spesso vengono sistemati in posizioni meno visibili intenzionalmente. Di sicuro quelli li acquisterai, cercandoli e chiedendo, mentre nella tua ricerca tra gli scaffali potresti incontrare altri prodotti che magari pensavi di non comprare e che, quindi, finiranno nel tuo carrello".
Le aziende pagano per scegliere la posizione dei loro prodotti, ad altezza occhi o no, e tra i posti più ambiti "c'è quello a testata di gondola", in pratica quello a fine corsia, dove si sosta di più e si ha l'impressione di poter trovare l'affare. Richiestissimo anche quello vicino alle casse, "il luogo dell'acquisto impulsivo", dove - il cliente non lo sa - ma si combatte una vera e propria guerra per piazzarsi. Su Change.org c'è addirittura una vecchia petizione, firmata da oltre 14mila persone, per 'togliere dolci, caramelle e snack" dagli espositori vicino alle casse, mettendo i genitori nella scomoda posizione di dover dire di ''no''. "Si tratta di una scelta di marketing molto aggressiva - si legge nella petizione - perché colpisce soprattutto i più piccoli e diventa ancor più inaccettabile considerando i problemi di sovrappeso che interessano il 30% dei bambini e molti adulti". A orientare l'esposizione dei prodotti c'è il cosiddetto 'category management' ossia, spiega il docente, "logiche che li aggreghino secondo dei criteri di natura merceologica o di funzione di utilizzo per il consumatore". E' il caso, per esempio, "degli scaffali in cui si trova il tè, caffé, biscotti e marmellata" per la colazione. "C'è sempre più attenzione anche al banco della frutta e della verdura, che è molto colorato, che è molto ben curato, proprio per dare al consumatore anche l'idea di un prodotto fresco che poi tendi ad associare al punto vendita". Colore, ma anche musica. "Rientra negli stimoli sensoriali - conclude -, la 'colonna sonora' della vostra spesa dovrà essere piacevole, ma non eccessivamente invasiva perché altrimenti diventa un elemento che respinge".