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Tlc, Giacomelli: "Ok governo a società unica per le torri se controllo è pubblico" /Video

Tlc, Giacomelli:
28 gennaio 2016 | 18.23
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Il Governo non si opporrebbe alla creazione di un campione nazionale delle torri di trasmissione purché il controllo di questo soggetto fosse pubblico. A indicare il sostanziale disco verde all'ipotesi di una concentrazione di questo tipo "se per gli operatori avesse un senso industriale" è il sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, in una intervista all'Adnkronos.

Possibili aggregazioni di impianti di trasmissione tornano di attualità dopo che Telecom Italia ha deciso di cedere una ulteriore quota di Inwit, la società per le torri sbarcata in borsa nel giugno scorso. Alcuni osservatori sono tornati ad indicare un possibile ruolo di Cdp come 'aggregatore' di un campione nazionale delle torri, dopo che l'intervento della Cassa su questo terreno fu auspicato un anno fa, quando Ei Towers lancio' un'opa (respinta) su Rai Way.

"Se ci sono progetti industriali capaci di unificare la gestione delle torri, che siano di tlc o che siano quelle del digitale terrestre, noi non abbiamo obiezioni. Questo è un tema industriale, se c'è un progetto che ha un senso industriale nel nostro paese perché il governo dovrebbe ostacolarlo?", osserva. "Noi mettiamo solo un punto fermo che dev'essere presente in ogni progetto che debba avere la nostra approvazione: il controllo pubblico. Perchè - spiega ancora il sottosegretario alle Comunicazioni - pensiamo che il controllo pubblico su queste infrastruttura sia garanzia per tutti e non sia un limite per nessuno".

Da parte del governo "quindi nessun ostacolo se si dovessero avviare ipotesi o dialoghi o percorsi che puntano alla concentrazione in un unico soggetto, se questo ha un senso industriale e se rispetta la condizione del controllo pubblico: del resto esperienze di questo tipo in altri paesi europei hanno dato buoni risultati", osserva Giacomelli. Che rivendica la bontà della quotazione in borsa degli impianti di trasmissione della Rai. "Ho una piccola collezione di rassegna stampa sul fallimento annunciato della quotazione di Rai Way: mi fa piacere dire che non e andata cosi; è stata una scelta strategica indovinata e che ha tolto da una sorta di ibernazione un bene che poteva produrre un utile per tutta la collettività e per questo mercato", sottolinea Giacomelli. "Il dinamismo, l'appetibilità di Rai Way, il ruolo che poteva svolgere ha determinato molte delle scelte successive anche degli operatori privati. Forse è giunto il momento di provare a stringere su questo terreno ; noi pensiamo che sia una valutazione che non tocca a noi fare ma agli operatori", spiega.

Torri ma anche banda ultralarga. E' iniziato infatti il conto alla rovescia per l'avvio della realizzazione della rete in banda ultralarga nelle zone a fallimento di mercato da parte di Infratel, la società in-house del Ministero dello Sviluppo economico: "partiremo i primi giorni di febbraio in otto regioni utilizzando ancora risorse della vecchia programmazione, ma con modalità che riguardano già l'impostazione del piano", annuncia Giacomelli precisando che saranno circa 700 i comuni interessati. "Contiamo entro la fine di febbraio o i primi di marzo di avere l'ok della Commissione europea in modo da partire compiutamente con gli interventi in tutti i 7mila 300 comuni previsti", prosegue.

Il governo auspica la collaborazione di Enel con Infratel nella realizzazione del piano. "Credo non perda valore l'intenzione di cui abbiamo appreso di Enel di collaborare per la realizzazione del piano nazionale per la banda ultralarga", osserva Giacomelli che precisa come "le modalità con cui Enel deciderà di agire dipendono dai vertici della societa".

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