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Fisco: Eurostat, in Ue pressione 2014 al 40%, in Italia al 43,7%

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15 gennaio 2016 | 14.20
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La pressione fiscale in Italia, nel 2014, si attesta al 43,7% del prodotto interno lordo. Rispetto alla media Ue, che si ferma al 40%, le tasse risultano ben 3,7 punti più 'pesanti'. Il primo posto, nella classifica dei 28 paesi, va alla Danimarca con il 50,8% del pil, seguita da Belgio e Francia (entrambi al 47,9%) e dalla Finlandia (44%). I dati sono pubblicati dall'Eurostat.

A superare la soglia della media europea sono 7 paesi, mentre 17 paesi si collocano fra il 40% e 30%; infine sono 4 i paesi che restano sotto la soglia del 30%. Ultime sono invece la Romania (27,7%) e Bulgaria (27,8%). Restringendo l'analisi ai paesi dell'area euro la pressione fiscale aumenta di 1,5 punti percentuali, rispetto all'Ue, arrivando al 41,5%.

La tassazione sulla produzione, in Italia, risulta più elevata rispetto al resto d'Europa: 15,5% contro 13,6%. Mentre l'imposizione sulla ricchezza si colloca al di sotto della media Ue: 14,7% contro 12,8%. Infine il dati relativi ai contributi coincidono e risultano pari al 13,4% del pil. Nell'area euro le tasse sulla produzione sono pari al 13,3%, mentre quelle sulla ricchezza arrivano al 12,5% e i contributi al 15,5%.

Il peso del fisco sulla produzione raggiunge il livello massimo in Svezia (22,1%); mentre al livello minimo si collocano Slovacchia e Germania (rispettivamente 10,8% e 10,9%). La tassazione sulla ricchezza pesa invece di più in Danimarca, dove si colloca al 33,4%; mentre il livello minimo è quello della Lituania (5,1%). Passando ai contributi la Francia si classifica al primo posto con il 19,2%, mentre in Danimarca arriva appena all'1,1%.

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