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Fiat, Lapo Elkann: la 500? E' mia moglie, nulla che io abbia amato di più

16 dicembre 2015 | 21.07
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La 500? "E' mia moglie, la mia fidanzata. Non so se farà piacere alla mia fidanzata se lo dico, ma la realtà è che non c'è nulla che io abbia amato quanto questa macchina". Così Lapo Elkann parla della Fiat 500 in occasione della presentazione alla Galleria Sozzani del volume 'Fiat 500 - The design book', edito da Rizzoli.

"Questa macchina è stata un motore per me, lo è stato per il mio team quando lavoravo all'interno della Fiat" spiega Lapo che ricorda quando andava "da Roberto, al centro Stile, un'isola felice: vedere la '3più1' per me era come vedere la luce all'uscita di un tunnel. Questa auto che poi e diventata la 500 è stata anche motivo di rilancio della Fiat da un punto di vista empatico, emotivo, comunicativo, di freschezza ed energia, vitalità di prodotto. Il merito va riconosciuto a Roberto Giolito a al team che ha lavorato con lui".

Del suo ruolo ricorda che "non potevo che spingere, credere, stimolare, lottare e combattere a fianco di Roberto e dei suoi. E' stata un'avventura non solo di Lapo, Roberto e della Fiat. E' un'avventura italiana e mondiale. La 500 - sottolinea Elkann - è un simbolo che appartiene a tutti gli italian i, un simbolo del design, un oggetto del desiderio mondiale.

"La 500 di Giacosa, come la bottiglia di Raymond Loewy della Coca Cola che rappresenta un movimento mondiale, ha creato anch'essa un movimento particolare nel design dell'auto e nel mondo della connettività e del motion", spiega Elkann.

E ancora, Lapo Elkann confessa che "ogni volta che la vedo mi incanto, ogni volta che la vedo sorrido , ogni volta che ne parlo ho il cuore in gola. La 500 è una delle più grandi storie della Fiat e dunque mi permetto di dire una delle più grandi storie dell'automobile italiana. Ho avuto l'onore di poter partecipare a quella avventura e di poter lavorare con Roberto che è una persona fantastica e che ha una qualità più importante di tutte, che certi non vedono come una qualità in Italia, e cioè è una persona di grande bontà e io lo sono anche".

"Quindi una cosa che ci ha molto avvicinato è che di natura e indole siamo due buoni. Cosa non facile quando si combatte ma con bontà e umanità siamo riusciti a costruire una squadra di gente con caratteristiche particolari e di unirci per il bene di una storia di un prodotto che è il bene della Fiat. Oggi la 500 è quasi un marchio a se stante con una storia, un suo pathos. La si vede in tutte le strade del mondo. E' un'auto - chiosa - che ci rende orgogliosi di essere italiani".

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