L'Istituto per le Opere di Religione è entrato nella 'fase 2' della sua trasformazione e conferma la 'ripulitura' della sua clientela e l'evoluzione delle attività. Risale l'utile, che nel 2013 era stato gravato da costi straordinari.
Lo Ior, la 'banca del Vaticano, ha chiuso il bilancio 2014 con un ulteriore calo dei clienti, scesi a fine anno a 15.181 rispetto ai 17.419 di dicembre 2013, ma con un utile netto in netta risalita a 69,3 milioni di Euro (dai 2,9 milioni dell'anno precedente) grazie "essenzialmente all’andamento del risultato da negoziazione titoli e alla diminuzione dei costi operativi di natura straordinaria".
L'analisi del bilancio, diffuso oggi dall'Istituto per le Opere di Religione, mostra un leggero incremento a 6 miliardi dei valori gestiti (5,9 mld nel 2013) grazie alla persistente evoluzione delle attività. Infatti - spiega in una nota Jean–Baptiste Douville de Franssu, Presidente del Consiglio di Sovrintendenza dello Ior, " dal 2008 al 2014, i depositi degli utenti sono passati da 3,2 a 2,1 miliardi di euro mentre le Gestioni Patrimoniali sono cresciute passando da 2,3 a 3,2 miliardi".
Quanto a patrimoni affidati, il gruppo più significativo è quello degli ordini religiosi, che nel 2014 hanno costituito la metà dei clienti dello Ior, seguiti dagli uffici della Santa Sede e nunziature apostoliche (14%), da cardinali, vescovi e clero (9%), dalle diocesi (8%). Sul fronte clientela l'Istituto ricorda di avere chiuso da maggio 2013 4.614 rapporti e di averne nel frattempo aperti 1.066 nuovi. Al 31 dicembre 2014 - spiega lo Ior - rimangono da chiudere 274 rapporti, di cui 148 entro la fine di questo mese. Netto calo - da 32,2 a 28,9 milioni - dei costi operativi dello Ior che a fine 2014 aveva 112 dipendenti. Una quota dell'utile netto pari a 14,3 milioni sarà destinata alla Riserva utili esercizi precedenti, mentre 55 milioni saranno rigirati alla Santa Sede.