Un'uscita della Grecia "è troppo rischiosa", innescherebbe turbolenze e incertezze a livello nazionale ed europeo nel breve, medio e lungo periodo. E' questa l'opinione di Christian Odendahl, analista del Centre for european reform
Un'uscita della Grecia "è troppo rischiosa", innescherebbe turbolenze e incertezze a livello nazionale ed europeo nel breve, medio e lungo periodo. E' questa l'opinione di Christian Odendahl, analista del Centre for european reform di Londra sui rischi di Grexit minacciati dall'estrema sinistra ellenica guidata da Alexis Tsipras in crescita nei sondaggi.
"Una Grexit è molto rischiosa - afferma in un'intervista all'Adnkronos - ci sarebbe una fase di forte incertezza e di caos perché l'economia nazionale per alcuni mesi subirebbe un crollo". Il rischio contagio? "In questa fase iniziale sarebbe contenuto perchè paesi come Italia o Spagna, vedendo gli effetti negativi dell'abbandono dell'euro non seguirebbero di certo quella strada". Tuttavia, spiega Odendahl, se guardiamo all'evoluzione della situazione "nell'arco del triennio le cose potrebbero andare diversamente".
Per l'analista infatti "se dopo tre anni la Grecia senza l'euro tornasse a crescere potrebbe rappresentare un modello da seguire" per i paesi alle prese con un pil asfittico. Da qui la provocazione. "Sembra cinico dirlo, ma credo che l'incubo maggiore per i vertici della zona euro è se la Grecia fuori dalla moneta unica iniziasse a crescere". In ogni caso, rassicura l'economista del think tank britannico, "se Tsipras dovesse vincere non credo decida di lasciare l'euro perché per l'economia seguirebbe una fase troppo pesante e non credo il paese sia pronto a rischiare tanto".
Dunque i messaggi di sfida e minaccia sull'asse Atene-Berlino rientrano in una sorta di gioco delle parti per testare la reazione dell'interlocutore, osserva ancora.
Intanto cresce l'attesa per la riunione della Bce del 22 gennaio, a 3 giorni del voto ellenico, sul lancio o meno di un programma di Quantitative easing, osteggiato peraltro dalla Germania. "L'Eurotower qualcosa farà, ma non un programma di acquisto di bond tout court all'americana, ma magari una formula declinata alle della zona euro" e cioè rassicurare i tedeschi ma reagire al rischio deflazione e al calo del greggio. "Come per esempio - conclude - una condivisione dei rischi con le singole banche centrali".