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Nuovo lavoro, da Stanford a Milano la ricetta Business model You

“E’ un modello - spiega Tim Clark, psicologo americano e professore di Stanford che ieri ha tenuto il seminario milanese organizzato da Manageritalia - attraverso il quale una persona può capire come costruire il proprio valore per i clienti”

11 ottobre 2014 | 08.50
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In Italia lo hanno tradotto “metodo di una pagina”, in inglese è riconosciuto come “Business model You”. A inventarlo ed esportarlo è Tim Clark, psicologo americano e professore di Stanford, che ieri ha tenuto il seminario milanese organizzato da ManagerItalia insieme a Luigi Centenaro e Beople. “E’ un modello attraverso il quale una persona può capire come costruire il proprio valore per i clienti”, spiega Clark, esperto riconosciuto di personal branding, secondo il quale “non è più possibile guardare al nostro singolo lavoro ma è necessario adottare una visione sempre più ampia del contesto in cui ci muoviamo”.

Dal punto di vista pratico, l’idea del professore americano si presenta come uno schema in cui vengono riportati i principali obiettivi aziendali in forma di semplici domande. Come interagisci, chi stai aiutando, cosa vuoi ottenere, diventano la struttura su cui Clark costruisce il proprio approccio. Una forma di organizzazione del lavoro che, a quanto sostiene Enrico Pedretti, direttore marketing di ManagerItalia, rincorre “il bisogno di trovare nuovi strumenti che permettano ai manager e a tutti quelli che collaborano con loro di affrontare i continui cambiamenti del lavoro”.

Al corso di Clark si sono presentati liberi professionisti e imprenditori, in cerca di nuove idee su come ampliare ed organizzare la propria attività. Renzo Sorrentino, manager alla Converting wet wipes srl di Milano, un’azienda familiare con ramificazioni a livello internazionale, è tra i frequentanti del workshop milanese. Secondo la sua esperienza, “in Italia ci sono cambiamenti su tutti i fronti, sia all’interno che all’esterno dell’azienda. Questi presuppongono la necessità di ricostruire la propria identità, sia come consumatore che come imprenditore o manager”. Motivazioni che lo hanno spinto a ricercare una diversa visione dell’organizzazione del lavoro, così come l’imprenditrice Francesca Parviero, fondatrice di Linkbeat, un progetto di consulenza legato ai social media. “In Italia siamo stati abituati ad aspettarci un’occupazione presso un’attività già strutturata”, racconta la Parviero, “mentre oggi c’è la necessità di definire potenzialità di self-employability, cioè la capacità di crearsi il proprio lavoro”, conclude l’imprenditrice lombarda.

“La durata del lavoro sta costantemente calando”, sottolinea Tim Clark, che insiste sulla frammentazione delle esperienze lavorative in periodi sempre più brevi. Un fenomeno davanti al quale, secondo Clark, “dobbiamo cambiare il nostro modello di business più frequentemente e in maniera sempre più veloce”. Utilizzando, chiosa il professore americano, approcci sempre più personali.

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