Riunire e coordinare 40 strutture specializzate intorno al paziente oncologico. È l'obiettivo del Comprehensive Cancer center della Fondazione Policlinico universitario Gemelli Irccs di Roma, presentato oggi al Gemelli insieme al bilancio di missione 2018. Nel 2018 il Policlinico ha assistito 48.500 pazienti oncologici, effettuato 22 mila ricoveri in oncologia, 12.600 interventi di chirurgia e 1 mln di prestazione oncologiche. (FOTO)
"Il Comprehensive Cancer center del Gemelli coordina le 40 diverse strutture specialistiche che assistono i pazienti oncologici nella Fondazione Policlinico, parlo solo per il 2018 di quasi 50 mila pazienti assistiti", ha spiegato all’Adnkronos Salute Giampaolo Tortora, direttore del Comprehensive Cancer Center. Cosa cambia? "L'integrazione di queste competenze attraverso gruppi multidisciplinari costituiti da tutti gli specialisti che intorno ad un tavolo discutono ciascun singolo paziente stabilendo la diagnosi e la procedura terapeutica più appropriata per quel paziente. Quindi c’è una personalizzazione della cura ed è la struttura che si fa carico di accompagnare per mano il malato nelle diverse tappe, integrando le varie competenze, dal chirurgo al radiologo. E non è il paziente che va a cercarsi il singolo specialista".
Il primo contatto tra il centro e il paziente sarà lo sportello, che prenderà in carico la persona e la seguirà nel suo percorso dall’inizio al 'Follow-up'. Il Cancer Center non guarda solo a Roma e al Lazio ma al Centro-Sud e ai tanti italiani che si mettono in viaggio lontano da casa per farsi curare. "Il Gemelli è da anni - aggiunge Tortora - un grande riferimento per la città, la Regione e il Centro-Sud. La dotazione del Cancer Center migliora ulteriormente la qualità delle prestazioni sanitarie che sono state erogate. Quindi ancora di più diventerà un punto di riferimento per il cittadino".
"Io credo che in questo momento siamo in grado di offrire cure e qualità dell’assistenza che non sono seconde a nessuno, in Europa e in Usa. Vorrei aggiungere che nel Dna del Policlinico c'è come missione la tutela della persona oltre che della salute, e questo è un valore aggiunto per il Ssn", ribadisce l’oncologo.
IL PLAUSO DELLE ASSOCIAZIONI DI PAZIENTI E VOLONTARI Il debutto del Comprehensive Cancer Center al Policlinico Gemelli Irccs di Roma "rappresenta un importante cambiamento, anche culturale, nell'approccio alla malattia. Il primo bisogno di chi si ammala di tumore, che convive anche a lungo con una malattia oncologica, che desidera ritornare alla vita dopo il cancro, è di trovare i medici che si prendano cura di lui o di lei come 'persona' nella sua globalità e personalizzando, quindi, le scelte terapeutiche. Il Policlinico Universitario Gemelli Irccs, da sempre un'eccellenza nella cura dei tumori in Italia, diventa Comprehensive Cancer Center proprio per assicurare la presa in carico globale del malato oncologico". A sottolinearlo all'AdnKronos Salute è Elisabetta Iannelli, avvocato e segretario di Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia), in occasione della presentazione del Cancer Center.
Una presa in carico globale, "attraverso i percorsi diagnostici-terapeutici-assistenziali (Pdta) che garantiscono le cure integrate e di alta qualità sotto ogni aspetto: clinico, nutrizionale, psicologico e terapeutico, fino al follow-up e quindi alla riabilitazione. Le organizzazioni di pazienti riunite nella Favo - continua Iannelli - apprezzano questo rinnovato impegno del Gemelli che rappresenta un importante cambiamento, anche culturale, nell'approccio alla malattia. Come infatti è stato dimostrato scientificamente, la presa in carico del paziente da parte di un team multidisciplinare, oltre a migliorare diagnosi, trattamento e cure, migliora la qualità della vita del malato, aumentando le chance di guarigione sempre tenendo presente un più efficace ed efficiente utilizzo delle risorse umane ed economiche in sanità".
"Sul modello dei Cancer Center statunitensi ed europei, il Gemelli - assicura il segretario Favo - può contare sul prezioso e insostituibile contributo delle associazioni dei pazienti, 'esperti dell'esperienza di cura', anche per definire i bisogni e le aspettative di base che i malati e i loro accompagnatori vorrebbero vedere soddisfatti dall’istituto lungo tutto il percorso terapeutico. Punti di forza di questo processo di umanizzazione delle cure sono proprio l'attenzione e l'assistenza per le ricadute anche psicologiche e sociali della malattia e l'utilità dei servizi informativi per pazienti e familiari".
Già dal 2015, ricorda Iannelli, presso il Gemelli è attivo il Punto di accoglienza e informazione dell'Associazione italiana malati di cancro, parenti e amici (www.aimac.it), che, con i 44 Punti operanti in 25 città, presso i maggiori centri di studio e cura del cancro, costituisce parte integrante del Servizio nazionale di accoglienza e informazione in oncologia (Sion) di Aimac. "Tutti i Punti sono uniformi per modalità di approccio al paziente e attività: oltre alla distribuzione gratuita del materiale informativo, utile a facilitare la relazione medico-paziente, i volontari del servizio civile afferenti ad Aimac, adeguatamente formati alla comunicazione in oncologia, accolgono i bisogni e le richieste dei malati e dei loro familiari anche al fine di individuare e proporre agli Istituti di cura le soluzioni utili a migliorare l'assistenza oncologica a 360 gradi", conclude.