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Sanità: Gimbe, nuovi Lea a rischio senza 'prove' efficacia prestazioni

Sanità: Gimbe, nuovi Lea a rischio senza 'prove' efficacia prestazioni
01 dicembre 2016 | 11.56
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Nuovi Lea "a rischio: manca un metodo esplicito e rigoroso" per definire quali prestazioni includere o escludere nei livelli essenziali di assistenza sulla base del 'value' e dell'efficacia. In assenza di queste evidenze, "piuttosto che comprare a scatola chiusa, il Ssn dovrebbe destinare risorse alla ricerca comparativa indipendente". Lo ha sottolineato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, durante l'audizione ieri in Commissione Igiene e Sanità del Senato sullo Schema di Dpcm di definizione e aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza .

Gimbe riconosce nel nuovo testo "numerosi elementi positivi, come ridefinizione dell'articolazione dei Lea con maggior dettaglio nella descrizione delle prestazioni; aggiornamento dei nomenclatori; aggiornamento degli elenchi di malattie croniche e rare; ridefinizione dei criteri di appropriatezza per tutti i regimi di ricovero; misure per migliorare l'appropriatezza professionale sulle prestazioni di specialistica ambulatoriale".

Ma non mancano criticità strutturali, evidenzia la Fondazione. "Il nuovo testo non conferma in maniera esplicita alcuni importanti principi del Dpcm del 29 novembre 2001, che sostituisce integralmente: la volontà del legislatore di integrare le migliori evidenze scientifiche nelle decisioni di politica sanitaria e di rimborsare con il denaro pubblico solo servizi e prestazioni sanitarie di documentata efficacia e appropriatezza; la decisione di escludere dai Lea servizi e prestazioni sanitarie inefficaci, inappropriati o dalla costo-efficacia limitata; la possibilità, in assenza di evidenze, di erogare interventi sanitari innovativi solo all’interno di specifici programmi di sperimentazione".

Non solo. La mancanza maggiore rilevata da Gimbe è quella di "un metodo rigoroso per favorire un adeguato trasferimento delle migliori evidenze nella definizione e aggiornamento delle prestazioni. In assemza di questo - precisa Cartabellotta - i Lea inevitabilmente finiscono per includere prestazioni dal value basso o addirittura negativo, ed escludono alcune prestazioni dall’elevato value".

A dimostrazione del fatto che "questa criticità rischia di compromettere la sostenibilità dei nuovi Lea", il presidente Gimbe ha portato "l'esempio dell'adroterapia per i tumori pediatrici che, pure in assenza di prove di efficacia, è inclusa nell'elenco, mentre resta fuori la telemedicina per il monitoraggio domiciliare dei pazienti con scompenso cardiaco, nonostante sia esplicitamente prevista dal Piano nazionale della cronicità, già approvato dalla Conferenza Stato-Regioni".

Considerato che "nel Ssn esistono innumerevoli asimmetrie informative che alimentano consumismo sanitario e sprechi, è indispensabile un metodo evidence & value-based per aggiornare i Lea, per garantire ai cittadini servizi e prestazioni efficaci ed appropriate", evidenzia Cartabellotta. Infine, una "netta presa di posizione sulla necessità di investimenti dedicati alla ricerca comparativa: per numerose prestazioni sanitarie non esistono adeguate prove di efficacia, ma sembra che il Ssn preferisca rimanere un 'acquirente disinformato' piuttosto che investire in una strategia di ricerca e sviluppo. E' indispensabile destinare una percentuale (0,5-1%) del Fondo sanitario alla ricerca comparativa indipendente sull’efficacia degli interventi sanitari, per produrre robuste evidenze per l'aggiornamento dei Lea e usare al meglio il denaro pubblico", conclude Cartabellotta.

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