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Meningite, dalla febbre al vomito: occhio ai segni sospetti

Foto di repertorio (Fotogramma)
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02 agosto 2016 | 15.14
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"Mal di testa, mal di gola, febbre, disturbi visivi, vomito o rigor nucalis". Sono questi i sintomi da non sottovalutare, nel caso si sia preso parte alla Giornata mondiale della gioventù a Cracovia, dopo il decesso per meningite fulminante di una ragazza italiana. "In questi casi occorre subito farsi visitare", spiega all'Adnkronos Salute Giorgio Palù, direttore dell'Unità operativa di microbiologia e virologia dell'Azienda ospedaliera universitaria di Padova, e presidente della Società europea di virologia. "Per chi è entrato in contatto con la giovane, invece, è indicata la profilassi, che è molto semplice e si attua con una compressa di un chemioterapico, la ciprofoxacina. L'arma migliore però resta la prevenzione".

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Nel 2014, secondo i dati dell'Istituto superiore di Sanità, sono stati segnalati 163 casi di malattia invasiva da meningococco, con un’incidenza pari a 0,27 casi per 100.000; l'incidenza risulta in linea con i due anni precedenti (0,23 nel 2012 e 0,29 nel 2013). Nella maggior parte delle Regioni l’andamento è pressoché stabile, "invece si segnala nei dati provvisori del 2015 un aumento di casi di meningococco di tipo C in giovani adulti", scrive l'Iss.

"Ogni anno ci sono alcuni focolai epidemici, come ad esempio quello in Toscana. Certo il caso della giovane morta in Lombardia e poi questo della ragazza romana suscitano scalpore, ma bisogna ricordare - dice Palù - che questo batterio, che è invasivo per natura, può essere fulminante".

L’incidenza della malattia invasiva da meningococco è maggiore nella fascia di età 0-4 anni e in particolare nel primo anno di vita (in cui l’incidenza supera i 4 casi per 100.000), ma resta elevata fino alla fascia 15-24 anni. "La miglior difesa resta la prevenzione attraverso la vaccinazione. L’informazione sul sierogruppo - sottolinea l'esperto -permette di valutare la quota prevenibile con i diversi vaccini disponibili in Italia (contro il sierotipo C, contro i sierotipi ACWY e contro il sierotipo B). E in particolare la vaccinazione contro il meningococco B è un vanto italiano, perché è stata messa a punto a Siena".

I vaccini anti-meningococco "oggi sono più sicuri dei vecchi, danno una risposta molto forte e, anche se non sono obbligatori, vengono offerti alla popolazione nelle regioni italiane. Dunque è bene vaccinarsi", conclude Palù.

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