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Sanità: Ferri, regolamento privacy Ue è risultato dell'Italia che fa

Il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri (Foto agenzia Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri (Foto agenzia Fotogramma) - FOTOGRAMMA
03 maggio 2016 | 15.34
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"Questo regolamento ci consente di parlare ancora una volta di un'Italia che va, di un'Italia che fa e di rivendicare un ruolo fondamentale avuto dal nostro Paese durante la presidenza del semestre europeo. In quel periodo siamo riusciti ad approvare il nuovo Regolamento europeo sui dati personali, una norma che mancava e che deve uniformare il trattamento dei dati personali". Lo ha evidenziato il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri, intervenendo al convegno 'Una rivoluzione per la sanità: il nuovo Regolamento Ue sul trattamento dei dati personali. Tempi, competenze, responsabilità e sanzioni di manager e aziende' oggi alla Camera dei deputati.

Il nuovo regolamento "guarderà all'equilibrio fra la tutela del singolo individuo, della privacy e l'interesse pubblico ad approfondire alcuni dati per quanto riguarda ad esempio la ricerca scientifica, il trattamento dei dati sanitari e l'affermazione dell'effettiva tutela del diritto alla salute. Ci siamo riusciti, ora sta ancora a noi come legislatore nazionale coprire quei vuoti, quegli spazi di manovra creati dal regolamento, uniformando e trovando un equilibrio".

"Si tratta di un cambio anche culturale - evidenzia Ferri - occorre ormai parlare di 'privacy by design', cioè pensare alla privacy già in fase di progettazione del dato personale. E serve rafforzare il consenso per quanto riguarda la tutela dei dati personali, ma nello stesso tempo prevedere delle deroghe al consenso, quando prevale l'interesse pubblico, l'attività scientifica e il diritto alla salute. Penso al registro dati nel settore farmaceutico o della ricerca contro i tumori, materie forti e gravi a cui dare risposte. La sfida che raccogliamo come Governo da questa giornata - ha concluso - è di lavorare su una legge delega per arrivare entro due anni ad adeguarci come legislatore nazionale alla linea europea che avvia questo cambiamento culturale, coordinandoci con il garante italiano ed europeo".

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