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Solo il 36% genitori del tutto favorevole ai vaccini, troppe ombre sul web

AFP PHOTO PHILIPPE HUGUEN - AFP
AFP PHOTO PHILIPPE HUGUEN - AFP
04 dicembre 2015 | 15.04
LETTURA: 4 minuti

Genitori italiani informati sui vaccini, ma in modo ancora troppo "superficiale" e spesso via web, dove gran parte delle notizie sono di tipo negativo. E' quanto emerge dal 49.mo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2015, secondo cui l livello di fiducia dei genitori nelle vaccinazioni appare abbastanza articolato: a fronte della quota più elevata (35,7%) che ha una posizione apertamente favorevole alle vaccinazioni (pensa che siano utili e sicure), un terzo (32,3%) si esprime a favore solo di quelle obbligatorie e gratuite, dando un peso importante alla garanzia fornita dal Ssn.

Alcune ricerche realizzate dal Censis nel 2014 e nel 2015 interpellando direttamente i genitori italiani fino a 55 anni, con figli da 0 a 15 anni mettono in luce poi che il livello di informazione sulle vaccinazioni dei genitori "è solo apparentemente elevato". "Si tratta di una informazione superficiale e incerta, che gli stessi genitori non sempre giudicano soddisfacente: il 30,4% avrebbe voluto saperne di più e la quota sfiora il 40% al Sud". Nonostante i genitori siano in gran parte informati sulle vaccinazioni dai loro pediatri (54,8%), l’accesso al web "rappresenta uno degli elementi in grado di impattare in modo più dirompente sui nuovi atteggiamenti culturali nei confronti della vaccinazione, dal momento che i genitori - afferma il Censis - tendono a cercare informazioni sul web per decidere se vaccinare o meno i figli (lo fa il 42,8% dei genitori internauti) e in quasi la metà dei casi si trovano a leggere sui social network articoli sulla vaccinazione". Quasi l’80% ammette di aver trovato informazioni di tipo negativo navigando in internet.

Dedicare più tempo ai genitori e diffondere un'informazione di qualità. E' questa la ricetta di Giovanni Rezza dell'Istituto superiore di sanità per cercare di contenere i danni del calo vaccinale cui si sta assistendo in Italia e non solo."Non stiamo andando bene. Esiste una certa diffidenza nei confronti delle vaccinazioni, basata in parte su pregiudizi ideologici e in parte sulla mancanza di informazione", precisa Rezza all'Adnkronos Salute.

Per l'esperto occorre ripartire dalle persone, dedicando loro i giusti spazi: "I genitori devono essere seguiti e in qualche modo anche accuditi. Bisogna dedicare loro più tempo ascoltando le paure e rassicurandoli sui rischi. Si sono abbassate le coperture vaccinali, raggiungendo il livello di guardia. Si tratta di un trend che non riguarda solo l'Italia e che è dovuto a una mancanza di cultura vaccinale, diffusa anche tra gli operatori sanitari, che spesso sono i primi a non vaccinarsi".

Sempre secondo l'ultimo Rapporto Censis, un genitore su 4 si informa su internet. "Il problema del web è che non c'è filtro e chiunque può scrivere qualunque cosa - riflette Rezza - Dobbiamo cercare di contrattaccare, ma non è sempre facile controbattere alle informazioni false".

Un tentativo è vaccinarsi.org, un sito promosso da Siti-Società italiana d'igiene medicina preventiva e sanità pubblica, Iss e ministero della Salute che "sta riscuotendo un buon successo". Ai genitori dubbiosi il medico ricorda che "i vaccini sono farmaci, quindi non sono privi di effetti collaterali, che comunque sono rari. Prima di essere immessi sul mercato vengono testati e sono considerati i vantaggi e gli svantaggi. I benefici sono di grande entità e hanno portato per esempio all'eradicazione del vaiolo".

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