Milano, 16 mag. (Adnkronos Salute) - L'ipertensione arteriosa è una patologia tra le più diffuse: in Italia colpisce in media il 33% degli uomini e il 31% delle donne. Le forme di ipertensione con una componente psicologica hanno un'incidenza del 5-10% sul complesso dei pazienti, ma nella fascia degli under 50 il dato può arrivare al 40%. Per questo il Centro medico Santagostino di Milano ha deciso di integrare il proprio Servizio di cardiologia con uno strumento innovativo. Si tratta del 'Biofeedback' effettuato con strumenti di realtà virtuale: una tecnica psicologica che permette al paziente di imparare a regolare le proprie risposte psicofisiologiche, grazie al collegamento a una fascia toracica che registra il battito cardiaco.
La fascia - informa il Centro Santagostino in una nota - permette la rilevazione in tempo reale dei principali parametri fisiologici e il loro invio simultaneo a un computer. Ambienti di realtà virtuale appositamente sviluppati permettono al paziente di vedere la propria attivazione psicofisiologica e come questa si modifica nel tempo, aiutandolo a gestirla in maniera efficace. Questo perché, spesso, a influenzare negativamente l'ipertensione sono gli aspetti emotivi: lo stress e la stessa paura di avere un problema al cuore. "Talvolta noi cardiologi dobbiamo trovare il modo di aiutare persone che più che avere un problema conclamato di tipo pressorio, sono preoccupate di averne uno, sono molto sensibili al proprio stato di salute e vivono un grande disagio a fronte di una condizione clinica non drammatica - spiega Claudio Romei, cardiologo del Centro - Esistono inoltre casi in cui il problema della pressione viene accettato con riserva dai pazienti, che diffidano del dover assumere farmaci. In questi casi è utile cercare anche strade differenti o che integrano la farmacoterapia".
Il paziente che presenta i sintomi di un'ipertensione di origine ansiogena viene inserito nel programma 'Biofeedback', in cui sarà seguito, oltre che dal cardiologo, da uno psicologo. "Quando si parla di Biofeedback, si parla di qualcosa di molto lontano dal tradizionale approccio psicologico, seppur a lavorare con il paziente sia uno psicologo - spiega Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro - E' possibile insegnare alla mente a controllare il corpo, anche su parametri come il battito cardiaco. Si tratta di una tecnica non farmacologica con numerose evidenze di utilità in casi di ipertensione moderata o lieve, in associazione a terapia farmacologica ma anche usata individualmente". Inoltre, il paziente riceverà una fascia toracica e le istruzioni per effettuare un training quotidiano tramite un'App installabile sul proprio tablet o smartphone. "Si tratta di un passo importante verso la 'medicina 3.0' che punta - conclude Cucchi - sull'utilizzo di applicazioni multimediali, App, device portatili o sincronizzabili con smartphone, braccialetti elettronici, contapassi, cardiofrequenzimetri, realtà virtuale, cartelle cliniche smart o utilizzo di tecnologia finalizzata alla condivisione delle informazioni cliniche".