Roma, 15 mag. (Adnkronos Salute) - Il caso amianto arriva in Europa. Alla vigilia dell'appuntamento elettorale che chiamerà i cittadini comunitari a eleggere i nuovi rappresentanti del Parlamento europeo, l'Osservatorio nazionale amianto, con il sostegno del Movimento 5 Stelle, denuncia la situazione italiana alle istituzioni europee.
Due le azioni che l'Ona ha messo in campo per far entrare il tema dell'amianto nell'agenda politica dell'Europa che verrà ridisegnata nella prossima tornata elettorale. La prima è il ricorso alla Corte europea per i diritti dell'uomo per i mancati riconoscimenti dei benefici contributivi e sorveglianza sanitaria specifica per gli ex esposti, con particolare attenzione - spiega l'Ona - al caso dei lavoratori di Vasto, finalizzato ad ottenere la condanna dello Stato italiano, in quando il beneficio contributivo del prepensionamento, era stato adottato per risarcire questi lavoratori per il tardivo recepimento delle direttive comunitarie, e successivamente alla condanna della Corte di giustizia. La seconda azione è un'istanza di infrazione dell'Italia per le mancate bonifiche e la non attuazione del Piano nazionale amianto, oltre che per la sua contrarietà alle normative comunitarie e violazione delle norme dei trattati di diritto comunitario, anche parificate.
Le iniziative sono state presentate oggi dal presidente dell'Osservatorio, Ezio Bonanni. In particolare, l'Ona chiede al Parlamento europeo una mozione di condanna dello Stato Italiano e una diffida, perché vengano rispettati i diritti dei cittadini. Un gesto forte affinché l'Italia predisponga tutte le procedure per avviare le bonifiche e decontaminazione dei siti di vita e di lavoro ancora contaminati, che secondo le stime contengono circa 34 milioni di tonnellate di amianto compatto e alcuni milioni di tonnellate di amianto friabile, causando ogni anno almeno 5 mila decessi per patologie asbesto correlate. L'Ona chiede inoltre che la ricerca scientifica e l'assistenza sulle malattie da amianto in Italia vengano affidate secondo criteri obiettivi di merito e con bandi pubblici, come avviene in tutto il mondo occidentale, oltre a una tutela efficace delle vittime anche sotto l'aspetto di durata dei processi.