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Lombardia: miracolato Lourdes a Como, per medici guarigione inspiegabile

17 febbraio 2014 | 17.31
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Como, 17 feb. (Adnkronos Salute) - Un tumore maligno delle ossa del bacino scomparso dopo un viaggio a Lourdes, e nessuna recidiva per cinquant'anni. E' la storia di Vittorio Micheli, 68enne originario della Valsugana, protagonista del sessantatresimo miracolo di Lourdes e intervenuto oggi a un incontro all'ospedale Sant'Anna di San Fermo della Battaglia. L'appuntamento, organizzato in occasione di un ciclo di eventi per la XXII Giornata mondiale del malato, ha ospitato la testimonianza dell'ex paziente, suffragata da una relazione del cardiochirurgo dell'ospedale Niguarda di Milano, Mario Botta, membro dell'Amil (Associazione medica internazionale di Lourdes), che parla di "una guarigione medicalmente inspiegabile". Presente anche Diana Basile, milanese miracolata a Medjugorie trent'anni fa.

Radiografie e altri esami radiologici, nonché l'esame istologico effettuato da tre Scuole di anatomopatologia, hanno diagnosticato all'allora 18enne Vittorio un osteosarcoma del bacino, che gli aveva causato uno 'sbriciolamento' dell'osso, dei tendini e dei muscoli. "La gamba del signor Micheli - ha evidenziato Botta - era attaccata al corpo solo attraverso la pelle". Convinto dalla madre, il giovane si reca a Lourdes, ingessato e sotto morfina. E' lì, dopo il passaggio nella vasca piena di acqua benedetta, che Vittorio comincia a non aver più dolore. I medici gli sospendono la morfina, più avanti gli tolgono l'ingessatura. Dagli esami successivi emerge che l'osso, i muscoli e i tendini si sono formati ex novo e l'uomo riprende a camminare e a fare una vita normale. Da quel momento sono passati cinquant'anni e l'uomo non ha più avuto alcun problema oncologico.

Come hanno evidenziato sia Micheli sia Botta, all'uomo non sono state somministrate medicine antitumorali e non è stato neanche sottoposto a radioterapia, in quanto gli specialisti avevano ritenuto che sarebbe stato del tutto inutile. L'uomo, guarito dall'osteosarcoma nel 1963, ha visto riconosciuta ufficialmente questa guarigione medicalmente inspiegabile come un miracolo nel 1976 dall'allora arcivescovo di Trento Alessandro Gottardi.

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