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'Può causare ictus e Alzheimer', scoperto il killer dei neuroni

Immagine di repertorio (Fotogramma)
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06 ottobre 2016 | 20.39
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Scoperto il killer dei neuroni, un nemico capace di causane la morte. La stessa catena di eventi molecolari sembra, infatti, responsabile della morte delle cellule cerebrali per ictus, lesioni e persino malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer. Ora i ricercatori della Johns Hopkins University dicono di aver individuato la proteina che si cela alla fine di questa catena di eventi, quella cioè che dà il colpo fatale ai neuroni, attaccando dall'interno il Dna della cellula. La scoperta, dicono i ricercatori, potenzialmente apre una nuova strada per lo sviluppo di farmaci in grado di prevenire, fermare o indebolire questo processo.

Lo studio sul killer dei neuroni è pubblicato su 'Science'. Gli esperimenti, condotti su cellule coltivate in laboratorio, si basano su un precedente lavoro del team di Ted Dawson e Valina Dawson. Il loro gruppo di ricerca ha scoperto che, nonostante diverse cause e sintomi, lesioni, ictus, Alzheimer, Parkinson e corea di Huntington hanno un meccanismo condiviso: una forma di morte "programmata" delle cellule cerebrali che hanno chiamato parthanatos, dalla personificazione della morte nella mitologia greca e Parp, un enzima coinvolto nel processo.

Questa forma di morte cellulare "gioca un ruolo in quasi tutte le forme di danno cellulare", dice Ted Dawson. Questo studio ha ricostruito tutta la catena di eventi mortali, arrivando al killer che dà il colpo di grazia ai neuroni. Si tratta di una delle 160 proteine conosciute come fattore inibitorio della migrazione dei macrofagi (Mif). "Pensiamo che sia il momento finale di parthanatos", conclude Ted Dawson. Il suo team ha anche identificato alcuni composti chimici che bloccano l'azione di Mif nelle cellule, proteggendole da parthanatos. Ora l'idea è quella di testare i composti sugli animali, e modificarli per massimizzare la loro sicurezza ed efficacia. Trovare un nemico mortale del killer potrebbe avere implicazioni per molte patologie.

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