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Mencacci su caso Tiziana Cantone, donne più esposte a cyberstalking

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14 settembre 2016 | 15.14
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Tiziana Cantone è l'ennesima vittima del cyberbullismo, "una violenza che coinvolge tutti i generi umani, ma le donne sono nettamente più esposte a subirne le conseguenze e a sviluppare disturbi", avverte il presidente della Società italiana di psichiatria (Sip) Claudio Mencacci. Disturbi psichici che possono degenerare fino ad arrivare al gesto estremo, come la 31enne napoletana, ritrovata senza vita nella cantina della sua casa. La giovane, da poco più di un anno, era vittima di parodie, insulti e scherzi del web a causa della diffusione online di alcuni video privati che aveva girato durante dei rapporti sessuali con un uomo.

"Le donne sono maggiormente scosse da fenomeni di questo tipo perché sono più sensibili al tema dell'ostracismo e dell'isolamento sociale - spiega l'esperto all'AdnKronos Salute - Sono più esposte a sviluppare fenomeni depressivi e, di conseguenza, cadute di stima, fino a generare, nella maggior parte dei casi, quell'atto di tentato suicidio".

Il presidente della Sip parla di 'cyberstalking' per definire questo fenomeno sempre più diffuso di additare e criticare gli altri, nascondendosi dietro lo schermo di un computer, continuando a causare vittime. "E' un'altra forma di omofobia o razzismo - riflette Mencacci - la persone è esposta a critiche di ogni genere e la diffamazione la porta a diventare oggetto di marginalizzazione". "Eppure, la stessa ripresa fatta da un uomo avrebbe avuto una senso diverso di umiliazione e denigrazione - sottolinea l'esperto - Tutto questo accanimento è dettato soltanto dal fatto che si tratta di una donna, più sensibile e quindi più esposta a diffamazioni".

Casi del genere si sono verificati anche con personaggi dello spettacolo, sovraesposti e "non pronti a tollerare un carico di popolarità, tanto meno uno di denigrazione. E quando una persona ripone la stima di sé completamente all'esterno, questo la espone molto di più e la rende ancora più fragile. E' come se qualcuno tiene in mano il volante della nostra vita - continua Mencacci - con la differenza che, nel caso di Tiziana, erano centinaia di migliaia di persone che cercavano di intervenire su questo volante nella maniera più aggressiva possibile".

"La sofferenza in questi casi è altissima - conclude il presidente della Sip, - il bisogno di ritrovare una stima di sé è difficile, non è sufficiente neanche l'affetto dei familiari. La persone che ha subito un danno deve sentire che questo può essere riparabile, ma quando avverte che questo danno è permanente, vuol dire che è già entrato in depressione, che è all'interno di un dolore troppo forte per poterlo sopportare e ricorrere a rimedi estremi".

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