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Il sospiro è vitale. Così la scienza smentisce Sam, il pianista di Casablanca

"Un sospiro è solo un sospiro", cantava il pianista Sam nel colossal 'Casablanca' (foto da Wikipedia)
08 febbraio 2016 | 17.41
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Sarà stato "solo un sospiro", come "un bacio è solo un bacio", per Sam, il pianista di Casablanca. Ma la scienza smentisce il leit-motiv del romantico colossal con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman: un sospiro è molto più di un sospiro, sostiene un team di ricercatori dell'Ucla (University of California, Los Angeles) e di Stanford, autori di uno studio anticipato sull'edizione online di 'Nature'. Si tratta in realtà di un riflesso vitale che aiuta a preservare la funzione polmonare. Il nuovo studio condotto dal gruppo di scienziati è risalito alle origini del sospiro inconscio. Ed è così che gli esperti hanno individuato due piccoli gruppi di neuroni nel tronco cerebrale, ritenuti responsabili di trasformare i respiri normali in sospiri.

La scoperta, spiegano, potrebbe un giorno consentire ai medici di trattare pazienti che non possono respirare profondamente in autonomia, o persone che soffrono di disturbi in cui i frequenti sospiri diventano debilitanti, come l'ansia e altre patologie psichiatriche (anche se, fanno notare gli esperti, il meccanismo che sta dietro le radici emotive dei sospiri coscienti rimane un mistero).

"Sembra che l'atto di sospirare sia regolato dal minor numero di neuroni mai collegato a un comportamento umano fondamentale", osserva Jack Feldman, professore di Neurobiologia alla David Geffen School of Medicine dell'Ucla e componente del Brain Research Institute dello stesso ateneo. "Uno dei 'sacri graal' nel campo delle neuroscienze è capire come il cervello controlla il comportamento. La scoperta sui sospiri apre uno squarcio su quei meccanismi che potrebbero essere alla base di comportamenti molto più complessi".

Secondo Mark Krasnow, docente di Biochimica e ricercatore dell'Howard Hughes Medical Institute alla Stanford University School of Medicine, i nuovi risultati dello studio accendono i riflettori sulla rete di cellule del tronco encefalico che genera il ritmo del respiro.

"A differenza di un pacemaker che regola solo la velocità con cui prendiamo aria, il 'centro respiratorio' del cervello controlla anche il tipo di respiro in cui ci cimentiamo". Questo 'quadro comandi' "è composto da un piccolo numero di diversi tipi di neuroni. Ognuno di essi funziona come un pulsante che accende un diverso tipo di respiro. Un bottone programma quelli regolari, un altro i sospiri, e altri ancora potrebbero servire ad azionare sbadigli, colpi di tosse, l'azione di tirar su con il naso, e forse anche risate e grida", ipotizza l'esperto.

Utilizzando un modello di topo, Krasnow e colleghi hanno analizzato più di 19 mila schemi di espressione genica nelle cellule cerebrali dei roditori. Hanno scovato così circa 200 neuroni del tronco encefalico responsabili della produzione e del rilascio di uno dei due neuropeptidi che permettono alle cellule cerebrali di comunicare tra loro". Feldman, dal canto suo, sapeva che la stessa famiglia di peptidi, trovata anche nell'uomo, era molto attiva in una parte del cervello che influenza la respirazione e svolge un ruolo importante nel sospiro. Ancora però non erano chiari i geni o i neuroni 'registi'.

Unendo le forze, i due laboratori hanno scoperto che i peptidi in questione innescano un secondo gruppo di 200 neuroni, cellule che attivano i muscoli respiratori del topo per fargli produrre un sospiro per circa 40 volte all'ora. Bloccando uno dei peptidi, si dimezzava il numero di sospiri emessi, silenziando entrambi si azzerava completamente. Alla luce dei risultati "si potrebbero ora trovare dei farmaci che hanno come target proprio le vie di controllo del sospiro", conclude Krasnow.

Il sospiro, assicura Feldman, è "un respiro profondo ma non volontario", che nelle persone si ripete ogni 5 minuti e si traduce in 12 sospiri l'ora. Lo scopo è quello di gonfiare gli alveoli, mezzo miliardo di minuscole sacche delicate e simili a palloncini dove l'ossigeno entra e l'anidride carbonica lascia il flusso sanguigno. A volte, però, qualcuna di queste sacche collassa, "compromettendo la capacità di scambio".

L'unico modo per farle gonfiare di nuovo, evitando così l'insufficienza polmonare, è sospirare. Un atto di importanza vitale, assicura lo scienziato. Con buona pace di Bogart e del pianista Sam.

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