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"Conta l'affetto dei genitori, non il genere", il parere degli psichiatri su adozioni gay

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03 febbraio 2016 | 18.05
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Per la crescita serena di un bambino "ciò che conta è la capacità affettiva dei genitori, non il loro genere". Parola di Claudio Mencacci, presidente della Società italiana di psichiatria (Sip) che prende così posizione sul tema delle unioni civili e in particolare delle adozioni gay. Il direttore del Dipartimento di neuroscienze dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano dice "stop alle speculazioni", perché sull'argomento per ora "non esistono dati certi" che andrebbero invece raccolti e approfonditi in modo equilibrato.

Gli psichiatri italiani entrano nel merito della discussione dopo che un'altra Sip, la Società italiana di pediatria, attraverso una dichiarazione del suo presidente Giovanni Corsello, in merito alla Stepchild adoption nel Ddl Cirinnà ha avvertito: "Non si può escludere che convivere con due genitori dello stesso sesso abbia ricadute negative sui processi di sviluppo psichico e relazionale nell'età evolutiva". Secondo Mencacci, invece, "su questo tema si stano ancora raccogliendo dati ed è quantomeno prematuro esprimere opinioni scientifiche su situazioni sociali molto recenti".

"Ciò che conta - ammonisce il numero uno degli psichiatri italiani - è valutare la capacità affettiva dei genitori, la capacità di accogliere e seguire la crescita dei bambini, creando un ambiente sicuro, sereno e protettivo. E questo non dipende certo dal 'genere' dei genitori. Mentre è dimostrato, questo invece è sicuro, che nelle famiglie 'etero' possono prodursi danni nella psiche dei bambini quando il rapporto tra i genitori è in crisi".

"Quello che è necessario oggi, quindi - prosegue Mencacci - è procedere ad una raccolta di dati, e di studi, attenta ed equilibrata, approfondire gli infiniti aspetti che sono coinvolti in questo ambito. Vi sono infatti studi e ricerche che dicono esattamente il contrario. Insomma, dichiarazioni in questo senso sembrano quantomeno premature, perché non ci sono evidenze scientifiche serie e definitive".

"Inoltre - conclude lo psichiatra - quasi tutti gli studi prodotti finora partono con un gap: vogliono dimostrare la validità di una testi piuttosto che di un'altra. E quindi non sono affidabili".

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