Ora nuove speranze per la diagnosi precoce, test allo studio
Ha 65 anni e un olfatto molto sviluppato Joy Milne, la donna inglese che ha identificato alcuni malati di Parkinson annusando le magliette che avevano indossato. Si sapeva che la malattia neurodegenerativa può mutare la composizione del sebo, ma solo Milne sembra percepirne l'odore caratteristico. Intervistata dalla Bbc, la donna ha raccontato di averlo sentito per la prima volta sul marito, morto a giugno dopo che gli era stato diagnosticato il Parkinson. "Il suo odore è cambiato in un modo difficile da descrivere, non è successo all'improvviso. Era leggermente muschiato".
Milne lo ha collegato al Parkinson solo dopo aver incontrato altri malati e averne parlato con uno scienziato che ha subito testato il suo senso dell'olfatto con le magliette dei pazienti, trovandolo molto accurato. Adesso uno studio dell'università di Manchester, condotto dal gruppo di Perdita Barran e finanziato dalla charity Parkinson's Uk, spera di trovare un legame che possa portare alla diagnosi precoce.
"Siamo davvero all'inizio della ricerca - precisa Arthur Roach, direttore di ricerca dell'associazione - ma se riuscissimo a provare che esiste un odore tipico delle prime fasi del Parkinson, il lavoro potrebbe avere un impatto enorme. Non solo per la diagnosi precoce, ma anche per rendere più semplice il reclutamento delle persone per testare farmaci che potrebbero rallentare o bloccare il Parkinson, risultato che nessun medicinale attualmente in commercio può raggiungere", conclude l'esperto.