I tempi della scienza non sono brevissimi, ma la via italiana contro la Sla (sclerosi laterale amiotrofica) compie oggi un solido passo avanti: i risultati del trial clinico di fase I sul trapianto di staminali cerebrali umani sono infatti positivi. Le cellule sono risultate "sicure e riproducibili", dopo il trapianto su 18 pazienti. Si chiude dunque la fase I, e si apre la fase II. L'Associazione Revert Onlus e l'Irccs Casa Sollievo della Sofferenza, in collaborazione con la Fondazione Cellule Staminali, hanno presentato oggi a Roma i risultati del trial clinico: una "sperimentazione all'avanguardia, condotta secondo la normativa internazionale vigente, in accordo alle regole Ema, European Medicine Agency, con cellule di grado clinico, prodotte in stretto regime Gmp (Good Manufacturing Practice) certificate dall'Aifa", rivendicano i ricercatori.
La storia di questa sperimentazione sulla Sla inizia il 25 giugno 2012, con il primo trapianto al mondo di cellule staminali cerebrali umane - scevre da qualunque problematica etica, poiché provenienti da biopsie da feti deceduti per cause naturali - ed è terminata "con successo" il 5 giugno 2015, con il trapianto nel diciottesimo paziente. Non sono stati rilevati eventi avversi importanti imputabili alla procedura chirurgica o alle cellule trapiantate, con risultati clinico-chirurgici "significativamente migliori della sperimentazione parallela che si tiene in contemporanea negli Stati Uniti", riferiscono i ricercatori diretti da Angelo Vescovi, professore di biologia cellulare all'università Bicocca di Milano, direttore scientifico dell'Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, che afferma: "Siamo molto soddisfatti dei risultati che abbiamo presentato oggi. Da oggi si apre la strada al trial clinico di fase II". E' previsto il trapianto in 60-80 pazienti Sla, cosa che permetterà di mettere a punto il dosaggio e verificare il grado di efficacia delle cellule staminali cerebrali usate in questa prima fase.
A questi dati va aggiunto un altro importante risultato: le cellule, già prodotte e conservate nella Banca delle staminali cerebrali di Terni, sono state sufficienti per l'intera sperimentazione in corso sulla Sla e basteranno anche per quelle successive, che la stessa équipe sta già organizzando su altre malattie neurodegenerative - sclerosi multipla e lesioni spinali in primis - in collaborazione con cliniche europee e statunitensi. Inoltre, entro il mese di ottobre sarà depositato all'Aifa il protocollo clinico per procedere alla sperimentazione di fase I sulla sclerosi multipla.
Quello di oggi è stato un lungo viaggio: iniziato addirittura nel 2006 con la creazione della Banca delle cellule staminali cerebrali di Terni - dove vengono raccolte, coltivate ed espanse staminali isolate dal sistema nervoso centrale - e che, a partire dal giugno 2012, ha finalmente trovato applicazione nel trapianto di cellule staminali cerebrali umane su pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica. Grazie alla tecnica tutta italiana, messa a punto nel 1996 dal gruppo di Vescovi, sono stati realizzati i 18 trapianti unici al mondo, che impiegano cellule staminali cerebrali scevre da qualunque problematica etica, utilizzando la stessa procedura autorizzativa e di certificazione della donazione volontaria di organi per trapianto da individui adulti.
Morbo di Parkinson, sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica, Alzheimer: sono alcune tra le patologie neurodegenerative più note che affliggono una larga parte della popolazione e per le quali ancora oggi non esistono terapie risolutive. "Sono molto fiero dei risultati raggiunti dalla nostra ricerca, unica nel suo genere e scevra da qualunque problematica etica e morale - ha sottolineato monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia e presidente di Revert Onlus - La strada è ancora lunga e per continuare abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti, ma dopo oggi siamo più consapevoli nel poter dare una speranza in più a tutti i malati di Sla".
"Siamo lieti di sostenere un progetto italiano che rappresenta una eccellenza scientifica a livello internazionale e una sfida alla frontiera della ricerca medico-sociale - evidenzia Mario Greco, amministratore delegato del Gruppo Generali, dal 2013 a fianco di Revert nella ricerca contro le malattie neurodegenerative - Il nostro augurio è che questo lavoro, guidato da studiosi di straordinario valore, possa fornire un apporto significativo nell'individuazione della cura delle malattie neurodegenerative, contribuendo a migliorare la vita di milioni di persone in tutto il mondo".