La pelle si 'sbianca', ricoprendosi di chiazze difficili da accettare e particolarmente evidenti se la cute nasce scura. L'impatto psicologico della vitiligine l'ha sperimentato ad esempio Michael Jackson, ed è forse anche per effetto della malattia che la popstar americana non è mai riuscita a far pace con il colore della sua pelle. Ora una nuova speranza per chi vive la stessa condizione arriva dai Jak-inibitori, una famiglia di farmaci già approvati per il trattamento dell'artrite. In una paziente di 53 anni un medicinale di questa classe - il tofacitinib - è riuscito a cancellare i segni della vitiligine. Il caso è descritto su 'Jama Dermatology' da Brett King e Brittany Craiglow della Yale School of Medicine statunitense.
L'anno scorso i 2 scienziati hanno utilizzato con successo il farmaco anti-artrite contro la perdita di capelli causata dall'alopecia areata, e hanno ipotizzato una possibile efficacia anche nelle vitiligine. Avevano ragione. Gli autori hanno somministrato la terapia alla donna, che progressivamente si era ricoperta di macchie bianche sul viso, sulle mani e sul corpo. Nell'arco di 2 mesi di trattamento si è osservata una parziale ripigmentazione della pelle del viso, delle braccia e delle mani, le zone più colpite nel suo caso. E dopo 5 mesi di cura le chiazze su viso e mani sono quasi scomparse. Il tutto senza effetti collaterali evidenziati durante la terapia, sottolineano i ricercatori che ritengono questo studio "una pietra miliare" nel trattamento della vitiligine.
"Benché riguardi al momento una sola paziente - precisano infatti - il risultato era stato previsto sulla base delle conoscenze dei meccanismi della patologia e dell'azione del farmaco". Ora sperano di avviare ulteriori studi per confermare la sicurezza e l'efficacia del tofacitinib - o di un composto simile, il ruxolitinib - nella vitiligine. "Potrebbe rivoluzionare il trattamento di un disturbo terribile", che oggi viene affrontato solo con creme a base di steroidi o con la terapia della luce.