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Il medico: "Largo ai farmaci generici da portare anche in vacanza"

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02 agosto 2016 | 17.21
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"Non esistono farmaci più sicuri dei generici, perché straordinariamente testati: i vecchi 'nemici' dei medicinali equivalenti non dicevano mai che si tratta di prodotti che sono stati assunti da centinaia di migliaia di persone, di cui sappiamo ormai tutto. E sono perfetti da portare in vacanza, anche perché spesso già presenti nei nostri armadietti". Ad assicurarlo è Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg).

"Prendiamo ad esempio le statine o gli anti-ipertensione - dice il medico all'Adnkronos Salute - la maggior parte è ampiamente scaduta di brevetto, in quanto presente sul mercato da 30 anni. Passate le polemiche molto faziose di qualche anno fa, oggi i generici devono essere considerati una risorsa straordinaria, anche perché senza i risparmi che generano il Servizio sanitario non avrebbe retto fino a oggi. Con una qualità nella produzione ormai provata e fuori discussione".

"I farmaci da portare in vacanza - ricorda Cricelli - sono sia quelli da prendere al bisogno, per l'automedicazione, sia quelli che si assumono tutto l'anno per le patologie croniche (dall'ipertensione ai disturbi cardiaci, dai trattamenti per i reumatismi agli anti-diabetici), spesso generici. E' difficile da credere, ma molte persone si dimenticano di portare con sé queste pillole. Alcune di loro anche deliberatamente, perché convinte che in vacanza si sia liberi anche dalle terapie. Ma chiaramente non è così".

"Anche i medicinali per l'autocura - conclude - ormai sono quasi tutti generici perché fuori brevetto e usati da molti anni, cosa che li rende sicuri da usare anche senza bisogno di ricetta. Sono i prodotti più comuni, che devono far parte della piccola 'trousse' delle ferie: dal paracetamolo per la febbre, ai prodotti per l'indigestione, all'ibuprofene per i dolori".

Nell'uso dei farmaci generici, l'Italia ha fatto negli ultimi anni "dei passi in avanti innegabili, ma siamo ancora indietro rispetto agli altri Paesi europei. Sul totale delle ricette, senza distinzioni di classi di rimborso, il 20% è 'senza marca'; per la classe A siamo al 27%, mentre considerando solo il mercato dei 'fuori brevetto' la fetta aumenta al 35%. Servono più campagne di informazione non solo rivolte ai cittadini, ma che vedano al centro anche gli operatori pubblici, che prescrivono e dispensano i medicinali". A tracciare il quadro con l'Adnkronos Salute è Michele Uda, direttore generale di AssoGenerici.

"Per quanto riguarda la classe A - ricorda Uda - i generici più venduti in Italia sono gli anti-ulcera, le statine e i corticosteroidi. Per la classe C con ricetta abbiamo paracetamolo, alcune benzodiazepine, gentamicina, e anche l'anti-impotenza sildenafil. Nella classe C senza ricetta al primo posto c'è il lassativo lattulosio, l'antivirale aciclovir, ancora il paracetamolo a basse dosi, l'ibuprofene e l'acido acetilsalicilico". A oggi "il Lazio risulta la Regione dove i cittadini scelgono di più i farmaci di marca e quindi pagano di più di tasca loro la differenza. Occorrono campagne di informazione ad hoc, come quella recentissima che abbiamo sostenuto per Cittadinanzattiva, con il coinvolgimento di farmacisti, sindacati degli anziani e di tutta la parte pubblica di chi gestisce i medicinali. L'Aifa fa tanto, ma servirebbe maggiore continuità".

Secondo Uda, per dare slancio al comparto dei farmaci generici "occorrerebbe rimuovere gli ostacoli persistenti alla concorrenza, ad esempio affrontando il tema del patent linkage, che pare non sarà inserito nemmeno nel Ddl concorrenza in via di approvazione. Poi c'è il tema molto ampio della riforma della governance farmaceutica, all'interno della quale il generico può rappresentare un volano importante".

"Chiediamo con forza - spiega ancora il dg - che tutti i risparmi che derivano dai farmaci generici vengano vincolati in modo normativo al finanziamento di medicinali innovativi, senza alcuna deroga. E chiediamo anche di riformare drasticamente il sistema del payback per i nostri farmaci in ospedale: quando scade il brevetto e si apre alla concorrenza essi vanno a gara e già di per sé fanno risparmiare, per cui è assurdo addossare anche una quota di payback alle nostre aziende". AssoGenerici si augura infine "che a breve l'associazione di categoria venga convocata dal Governo per l'elaborazione di una proposta di riforma della governance, che secondo le previsioni dovrebbe entrare in vigore entro l'anno", conclude Uda.

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