Farmaci normalmente utilizzati per il trattamento di insufficienza e aritmia cardiaca ma anche contro le infezioni potrebbero rappresentare nuove 'armi' anticancro. "Abbiamo identificato una dozzina di farmaci che riattivano geni oncosoppressori attraverso un meccanismo epigenetico che non era mai stato osservato prima", ha dichiarato Noël Raynal del Chu Sainte-Justine Hospital Center dell'università di Montreal, che con i suoi colleghi ha pubblicato uno studio su 'Cancer Research'.
Tutti i farmaci identificati sono approvati dalla Food and Drug Administration (Fda) americana, cosa che rassicura perlomeno sulla loro sicurezza nell'uso umano. Per quanto riguarda l'efficacia contro i tumori, hanno iniziato a dimostrarla gli esperti canadesi: il cancro - spiegano - si verifica quando il patrimonio di cellule genetiche ed epigenetiche viene alterato. "Ma le cellule del corpo umano hanno una difesa naturale, chiamati geni oncosoppressori, che sono messi a tacere da meccanismi epigenetici innescati dal cancro", spiega Raynal.
"Abbiamo voluto provare a verificare se alcuni trattamenti già disponibili contro altre malattie possano invertire questo fenomeno". Per raggiungere il loro obiettivo, i ricercatori hanno studiato più di 1.100 farmaci approvati dalla Fda. Da questo numero, hanno scelto i 14 più promettenti, che sono stati rivelati utilizzando un modello cellulare creato in laboratorio alla Temple University di Philadelphia. Tra i farmaci scelti per la convalida in vari tipi di cellule tumorali c'erano i glicosidi cardiaci e alcuni antibiotici, i cui effetti epigenetici erano sconosciuti.
Tutti i prodotti candidati avevano in comune una capacità di avere un effetto antitumorale, cosa che per i farmaci per il cuore, sottolineano gli autori, "è coerente con gli studi epidemiologici che mostrano come ci siano meno casi di cancro nei pazienti trattati con glicosidi cardiaci". Questo studio concludono, rappresenta una nuova speranza soprattutto per i bambini con tumori solidi o leucemia refrattaria ricorrente che si trovano in un 'vicolo cieco' terapeutico.