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Italiani e farmaci, oltre 23 confezioni a testa nei primi 9 mesi del 2015

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27 gennaio 2016 | 12.01
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E' di quasi 23 e mezzo il numero di confezioni di medicinali che nei primi 9 mesi del 2015 (classe A e C) ogni italiano ha acquistato, 14 in regime di assistenza convenzionata. E' quanto emerge dal Rapporto Osmed dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), la cui nuova edizione è stata pubblicata oggi.

Entrando nel particolare, gli italiani hanno consumato 1.041 dosi ogni mille abitanti in regime di assistenza convenzionata, con un lieve incremento rispetto all'anno precedente (+0,5%). Ma i consumi crescenti sono in linea con la tendenza generale dell'invecchiamento della popolazione e della cronicizzazione delle patologie, segnala l'Aifa.

Nel 2015 l'incidenza della compartecipazione a carico del cittadino (ticket e quota eccedente il prezzo di riferimento sui medicinali a brevetto scaduto) sulla spesa convenzionata lorda mostra un leggero aumento pari al 13,9% rispetto al 13,3 registrato nel 2014. In totale la spesa privata (tutte le voci di spesa del cittadino) è cresciuta del 2,3%.

Per quanto riguarda le diverse realtà regionali, i più alti livelli di consumo in regime di assistenza convenzionata sono stati osservati nel Lazio (1.191 Ddd/1000 ab die), in Calabria (1.171 Ddd/1000 ab die) e in Puglia (1.149 Ddd/1000 ab die), mentre i consumi più bassi sono stati riscontrati nella Provincia Autonoma di Bolzano (773 Ddd/1000 ab die), in Liguria (875 Ddd/1000 ab die) e in Veneto (933 Ddd/1000 ab die).

I farmaci contro il cancro e gli immunomodulatori si confermano anche nel 2015 la prima categoria a maggior spesa pubblica (comprensiva della spesa farmaceutica convenzionata e della spesa per l'acquisto dei farmaci da parte delle strutture sanitarie pubbliche), mentre i medicinali del sistema cardiovascolare vengono superati nella spesa dagli antimicrobici.

Nella spesa a carico del Ssn, la categoria degli antineoplastici e immunomodulatori si colloca infatti al primo posto (3,2 miliardi di euro), seguita dagli antimicrobici per uso sistemico (2,9 miliardi di euro) e dai farmaci del sistema cardiovascolare (2,7 miliardi). Gli antimicrobici sono al secondo posto (erano al quarto nel 2014), pari a 2,9 miliardi di euro (48,4 euro pro capite). Ma il posizionamento complessivo di questa categoria è giustificato dalla spesa derivante dall'acquisto di questi medicinali da parte delle strutture sanitarie pubbliche (37,7 euro pro capite), mentre i consumi appaiono più moderati.

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