Sei italiani su dieci sarebbero disposti ad abbandonare le sigarette 'tradizionali', qualora fosse scientificamente provato che esistono prodotti alternativi meno dannosi. E oltre 8 su 10 vorrebbero maggiori conoscenze su dispositivi come e-cigs e riscaldatori di tabacco, prodotti potenzialmente in grado di ridurre i danni causati dal fumo superando lo scoglio della combustione, ovvero il processo che genera più sostanze tossiche o cancerogene per la salute umana. E' quanto emerge dal Rapporto Eurispes 'Fumo: nuovi prodotti e riduzione del danno' presentato oggi a Roma. L'indagine, che ha coinvolto 1.135 fumatori italiani, ha sondato le abitudini e le opinioni dei tabagisti in relazione al fumo, al suo impatto sulla salute, allo sviluppo e alla diffusione dei prodotti alternativi a quelli tradizionali (VIDEO).
Le persone intervistate sono nel 53,7% fumatori da più di 10 anni. Circa la metà consuma più di 10 sigarette al giorno, il 15,2% oltre 20, il 33% da 11 a 20. Interpellato rispetto al desiderio di smettere di fumare, solo il 9% afferma di volerlo fare entro sei mesi; il 18,3% non ha alcuna intenzione di abbandonare il 'vizio'; il 26,6% "dovrebbe ma non vuole"; il 28,5% "dovrebbe ma non crede di riuscire"; il 17,6% "vorrebbe ma non in tempi brevi". Tuttavia - sottolineano gli esperti Eurispes - dall’indagine emergono "una forte volontà e la necessità di essere informati sulle possibili conseguenze del fumo" e, soprattutto, sull’"esistenza e sulle caratteristiche di prodotti alternativi che potrebbero determinare minori danni alla salute".
Alla domanda: "Se fosse scientificamente provato che esistono prodotti del tabacco meno dannosi rispetto a quelli tradizionali, vorrebbe esserne a conoscenza?", l’82,8% ha risposto positivamente. La maggioranza dei fumatori, inoltre, sarebbe disposta a cambiare prodotto abituale a favore di uno meno nocivo per la salute: il 17,8% lo farebbe "sicuramente", il 43,9% "probabilmente", mentre non sarebbe "sicuramente disposto" uno su dieci e non lo sarebbe "probabilmente" il 28,5%.
Eurispes ha inoltre sondato le opinioni degli italiani rispetto al ruolo che dovrebbe avere lo Stato. Gli intervistati affermano che, nel caso in cui fosse provato scientificamente che esistono prodotti meno dannosi rispetto a quelli tradizionali del tabacco, lo Stato "dovrebbe permettere che i cittadini siano informati" (86,7%), "mettere in atto direttamente specifiche campagne di informazione" (77,6%), "incentivare tali prodotti dal punto di vista fiscale" (71,1%), "incentivare tali prodotti dal punto di vista regolamentare" (59,8%).
Per quasi 8 intervistati su 10 sarebbe giusto introdurre per i prodotti meno dannosi rispetto a quelli tradizionali una tassazione ridotta, nel caso in cui il minor danno fosse scientificamente provato. Allo stesso modo, per oltre 7 su 10 sarebbe giusto introdurre una regolamentazione meno restrittiva rispetto ai prodotti tradizionali.
Secondo uno studio dell’Ue del 2017, in Europa, i consumatori regolari di sigarette elettroniche sono 9 milioni, oltre 500 mila fumatori sono passati invece al tabacco riscaldato senza combustione. Alla base di questo cambiamento la crescente consapevolezza della gravità dei danni causati dal fumo. Tuttavia, osservano da Eurispes, "non sempre lo sviluppo della tecnologia è accompagnato da un parallelo adeguamento normativo, e spesso i consumatori non conoscono i nuovi prodotti e gli stessi produttori incontrano difficoltà nel diffondere le nuove tecnologie".
Il processo di validazione scientifica sulle sigarette elettroniche e i dispositivi a tabacco riscaldato è in corso da parte delle maggiori autorità dei paesi occidentali - ricorda Eurispes - ma fino ad ora i diversi studi pubblici e/o indipendenti hanno confermato la forte riduzione del rischio dovuta all'eliminazione del processo di combustione.
"E' essenziale che i processi di validazione proseguano per indagare a fondo e su base rigorosamente scientifica questo nuovo habitat del fumo o, per meglio dire, del vapore che sostituisce il fumo annullando, quindi, i processi di combustione che generano i composti maggiormente aggressivi per la salute - sostiene Alberto Baldazzi, coordinatore della ricerca - Ma già oggi tutte le evidenze scientifiche e le analisi indipendenti attestano una assai minore pericolosità dei vapori (con e senza nicotina) rispetto all'assunzione tradizionale del tabacco, ovvero combusto".
Una forte apertura verso queste nuove modalità di consumo è arrivata anche dal mondo della medicina generale. Secondo una indagine del 2013 (nei primi anni di diffusione della sigaretta elettronica) curata dal Centro ricerche della Federazione dei medici di medicina generale, già allora il 40% si diceva pronto a suggerire ai fumatori incalliti di "ridurre o annullare il consumo del tradizionale tabacco passando alla sigaretta elettronica".