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Froome, cos'è il salbutamolo

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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13 dicembre 2017 | 10.10
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Chris Froome, tra i più grandi ciclisti al mondo, è stato trovato positivo al salbutamolo durante l'ultima edizione delle Vuelta. Il 32enne ha negato di essersi dopato, spiegando che la presenza di salbutamolo nel suo corpo è dovuta a un farmaco che prende per l'asma. "Tutti sanno che ho l'asma e conosco le regole - ha detto il ciclista - uso un inalatore per prevenire i sintomi (sempre entro i limiti consentiti) e so perfettamente che sarò controllato ogni giorno che indosso la maglia di leader". Ma cos'è il salbutamolo e perché si usa?

Il salbutamolo, conosciuto anche come albuterolo è un composto a breve durata d'azione, con attività di tipo agonista selettivo sui recettori beta2-adrenergici e viene utilizzato come farmaco per ridurre il broncospasmo in alcune condizioni patologiche come l'asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva. In Italia è venduto con il nome commerciale di Broncovaleas® e Ventolin® ed è disponibile in diverse forme farmaceutiche, tra cui sospensione pressurizzata per inalazione, soluzione da nebulizzare e sciroppo.

Il salbutamolo è stato il primo beta2 agonista selettivo a essere commercializzato nel 1968 dalla società Allen&Hanburys con il marchio Ventolin® e fu un successo immediato. Ancora oggi viene utilizzato per il trattamento dell'asma. Per quanto riguarda il mondo dello sport, il salbutamolo è uno dei farmaci che gli atleti con asma usano di più. Le norme anti-doping prevedono però alcune restrizioni ai farmaci anti-asmatici, e ai beta2, come il formoterolo, il samleterolo e il salbutamolo, consentiti soltanto per uso terapeutico, per via inalatoria e purché rispettino dei limiti nei dosaggi. Il sito della Wada specifica ad esempio che il salbutamolo per inalazione è consentito per un massimo di 1600 microgrammi nell'arco delle 24 ore, non superiore a 800 microgrammi ogni 12 ore.

"Si presume che la presenza nelle urine di salbutamolo superiore a 1000 ng / mL o di un formoterolo superiore a 40 ng / mL - scrive la Wada - non sia un uso terapeutico previsto della sostanza e sarà considerata come una scoperta analitica avversa (AAF) a meno che l'atleta non dimostri, attraverso uno studio farmacocinetico controllato, che il risultato anormale era la conseguenza dell'uso della dose terapeutica (per inalazione) fino alla dose massima sopra indicata".

Nel caso di Froome, l'Uci, l'unione ciclistica internazionale, ha precisato che il ciclista non è sottoposto alla "sospensione provvisoria obbligatoria" in ragione della natura della sostanza incriminata. "L'Uci conferma di aver notificato al corridore britannico Christopher Froome un risultato d'analisi anormale (Raa) - si legge nel comunicato - per la presenza di Salbutamol in una concentrazione superiore a 1000ng/ml (nanogrammi per millilitro) in un campione raccolto durante la Vuelta il 7 settembre. Il risultato delle analisi è stato notificato a Froome il 20 settembre. L'analisi di un secondo campione ha confermato il risultato".

Nel test, Froome - che quest'anno ha vinto anche la Vuelta (risultato che non veniva raggiunto dal 1978) - ha superato i 1000 nanogrammi per millilitro, limite consentito nel Codice mondiale antidoping. "Si presume che la presenza nell'urina di salbutamolo superiore a 1000 ng/ml non sia legato a un uso terapeutico della sostanza", ha affermato l'Uci aggiungendo: "Dovremo attenerci ai risultati delle analisi se l'atleta non sarà in grado di dimostrare attraverso una precisa indagine che questo risultato anomalo è una conseguenza dell'uso terapeutico (per inalazione) fino alla dose massima indicata. L'Unione ciclistica internazionale ha poi specificato che la presenza di salbutamolo non implica "una sospensione dell'atleta".

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