Zucche dai volti ghignanti, cappelli da fattucchiera e mantelli da vampiro invadono in questi giorni le case degli italiani, stregati da Halloween. "Maschere, costumi e il rito del 'trick or treat' hanno origine da tradizioni britanniche: l'approccio era quello di tentare di copiare i demoni per renderli meno ostili. In altre parole, si punta a somigliare agli spiriti maligni per vincere le nostre paure, all'insegna del 'se non puoi batterli, unisciti a loro'". A parlare di paura, alla vigilia di Halloween, è Baland Jalal, neuroscienziato formatosi presso l'University of California a San Diego, che studia i meccanismi all'origine di questa emozione, le allucinazioni, le fobie e la paralisi del sonno.
"Oggi - dice il neuroscienziato all'Adnkronos Salute - il rito di 'dolcetto o scherzetto' nella notte di Halloween è probabilmente più un costume sociale e culturale, che un mezzo per superare la paura. Questo è un sentimento umano innato, scatenato dalla minaccia di pericolo. Lo spavento attiva il cosiddetto 'circuito della paura' nel cervello, che coinvolge una piccola struttura a forma di mandorla, chiamata amigdala. Il 'circuito di paura' provoca cambiamenti fisiologici del nostro corpo, tra cui il rilascio di ormoni come la noradrenalina e il cortisolo. Questi ormoni preparano il corpo all'azione: ci consentono, cioè, di correre veloci come il lampo per fuggire, o restare e combattere".
Società, cultura ed esperienze personali "plasmano le nostre paure. Nel 1920 lo psicologo John Watson ha dimostrato che siamo in grado di imparare a temere qualsiasi cosa. In un famoso esperimento, ha insegnato a un bambino, il 'piccolo Albert', a temere un coniglietto indifeso". Il tutto abbinando l'animaletto a un suono forte e fastidioso. "Anche se impariamo ad avere paura - prosegue il neuroscienziato - i nostri cervelli sono cablati geneticamente a temere certi oggetti e determinate situazioni più di altri. Ad esempio, tendiamo ad avere un'innata paura di ragni e serpenti, luoghi alti, buio e oggetti appuntiti, come coltelli e aghi. Questi timori possono essere collegati, in quanto ci aiutano a sopravvivere: siamo più cauti e in guardia di fronte a queste potenziali minacce".
I bambini di tutto il mondo imparano a temere l'uomo nero, ma anche fantasmi e streghe, perché? "La paura di esseri soprannaturali tra i bambini è dovuta principalmente all'influenza della cultura e delle tradizioni. I bambini - spiega Jalal - sono esposti a tradizioni culturali e miti su fantasmi e streghe fin da piccoli. Alcuni genitori arrivano a minacciare i loro figli se si comportano male con lo 'spauracchio' dell'uomo nero, che così diventa una forma di controllo sociale".
Le creature soprannaturali, poi, "violano le leggi della natura. E il cervello - sottolinea Jalal - considera questo comportamento incontrollabile come spaventoso, perché come si fa a difendersi da qualcuno che ha poteri magici o è invisibile? Infine, come si suol dire, non c'è niente di più spaventoso dell'immaginazione. Fantasmi e demoni sono immersi nel mistero e solo vagamente descritti, e questo apre la strada alla potente immaginazione della mente umana, in grado di creare scenari vivaci e terribili".
Ma allora la paura è buona o cattiva? "L'emozione della paura è parte dell'istinto di sopravvivenza umana: ci aiuta a stare lontano dal pericolo, e prepara il corpo per fuggire o combattere le minacce. Quindi nel complesso è un importante sentimento umano, fondamentale per la sopravvivenza. Tuttavia, di tanto in tanto, la paura che proviamo è una fobia irrazionale, un timore estremo ed esagerato, che può causare molto stress".
"Siamo in grado di acquisire le fobie anche subendo un'esperienza traumatica. E un esempio di fobia è proprio phasmofobia, cioè la paura dei fantasmi. Una fobia diffusa e comune in tutto il mondo" e che scatta soprattutto la notte, conclude l'esperto. Insomma, i piccoli fantasmi in giro ad Holloween sono avvertiti.