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Salute: studio italiano, un bicchiere di vino bianco protegge cuore e reni

Uno o due bicchieri al giorno possono proteggere il cuore e i reni. Uno studio dell'università di Milano dimostra le proprietà 'scudo' dell'acido caffeico. Quello rosso la sera protegge il cuore

(foto Infophoto)
(foto Infophoto)
14 maggio 2015 | 10.01
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Non solo vino rosso: anche uno o due bicchieri al giorno di vino bianco possono far bene alla salute. In particolare, possono funzionare da 'scudo' per il cuore e i reni. Uno studio italiano pubblicato su 'Plos One', coordinato da Alberto Bertelli dell'università Statale di Milano, dimostra infatti che un acido fenolico contenuto nel vino bianco - l'acido caffeico - rafforza la protezione cardiovascolare aumentando la biodisponibilità di ossido nitrico antiossidante.

Ricerche precedenti guidate da Bertelli, del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell'ateneo meneghino - ricorda una nota dall'università degli Studi - avevano suggerito come alcuni composti (tirosolo e idrossitirosolo) presenti nel vino bianco e comuni all'olio extravergine di oliva potessero avere un effetto benefico sul sistema cardiovascolare, che non comprende solo il cuore e i vasi sanguigni, ma anche i reni. L'ultimo lavoro dello studioso, in collaborazione con le università di Torino e di Pisa e l'ospedale Versilia di Viareggio, mette ora in evidenza come l'acido caffeico del vino bianco contribuisca "in maniera importante" alla protezione del sistema cardiovascolare attraverso un meccanismo di azione che coinvolge l'ossido nitrico.

Gli autori hanno osservato, in vitro e in vivo, che bassissime dosi di acido caffeico sono in grado di mettere a disposizione dell'organismo maggiori quantità di ossido nitrico con effetti cardioprotettivi e nefroprotettivi. La scoperta di questi ultimi, nel 1998, ha fruttato il premio Nobel per la Medicina a Louis Ignarro. La nuova ricerca ha inoltre dimostrato che l'acido caffeico modula l'espressione di geni coinvolti nella protezione del sistema cardiovascolare e nell'inibizione della morte cellulare programmata (l'apoptosi o suicidio cellulare).

"Questi dati - concludono gli scienziati - forniscono una spiegazione ulteriore agli effetti positivi del consumo moderato di vino bianco precedentemente riscontrati in clinica su pazienti nefropatici, e rappresentano un'alternativa per i soggetti che per gusti personali o intolleranze non hanno la possibilità di consumare vino rosso".

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