Fa discutere il video del colloquio tra il leader di Italia Viva e il principe bin Salam alla 'Davos del deserto'. Interrogazione di Cabras (M5S), il Pd smorza e il senatore di Rignano risponde alle critiche
Polemiche, accuse e anche un'interrogazione al governo. Fa discutere e non poco il viaggio in Arabia Saudita di Matteo Renzi. In piena crisi di governo (innescata proprio dalle dimissioni delle ministre di Italia Viva) e prima di essere ricevuto al Quirinale per le consultazioni, il senatore di Rignano sull'Arno non ha rinunciato a partecipare alle conferenze del Future investment iniziative, il vertice ribattezzato come la 'Davos del deserto'. A spopolare è soprattutto il video del colloquio con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salam nel corso del quale Renzi ha definito l'Arabia Saudita "il luogo del nuovo rinascimento".
Al di là delle critiche sui social, dove in molti ricordano a Renzi la situazione dei diritti umani nel paese del Golfo, è nel mondo politico che la polemica ha inevitabilmente trovato terreno fertile. Secondo Manlio Di Stefano, la presenza di Renzi alla 'Davos del Deserto' pone un problema di "conflitto di interessi". Il sottosegretario agli Esteri prende posizione in un post su Facebook dedicato alla decisione italiana di revocare la licenza di vendita di armi all'Arabia Saudita ed agli Emirati. "Un percorso chiuso ormai da oltre una settimana che si conclude solo formalmente oggi - scrive Di Stefano - con una temporalità che fa riflettere sul problema enorme ancora irrisolto del conflitto d’interessi dei nostri politici, proprio al ritorno del Senatore di Rignano da una strapagata conferenza a Riad".
Pino Cabras (M5S), vicepresidente della Commissione Esteri alla Camera, annuncia quindi di avere "presentato un'interrogazione al Governo per sapere come sia possibile che il leader di un partito che fino a pochi giorni fa esprimeva ministri e sottosegretari possa al contempo ricevere compensi da uno Stato straniero". "Forse non c'è nessun reato - dice il deputato - ma chi svolge un ruolo così delicato da poter determinare una crisi di governo in Italia non può essere, contemporaneamente, consulente a pagamento di un altro Stato. Deve essere al di sopra di ogni sospetto, anche perché in Italia le crisi di governo hanno spesso aperto la porta a forze straniere interessate a una svendita dei nostri asset strategici". "L’interrogazione di Cabras? E' una sciocchezza. Si è preso i tipici 15 minuti di notorietà, che possiamo già archiviare", sottolineano fonti di primo piano del M5S all'Adnkronos riguardo all'interrogazione di Cabras.
E se Carlo Calenda rincara la dose contro Renzi ("Ritengo inaccettabile che un senatore della repubblica pagato dai cittadini vada in giro per il mondo a fare il testimonial di regimi autocratici dietro pagamento di lauti compensi", scrive su Twitter il leader di Azione), in tanti anche nel Pd provano a gettare acqua sul fuoco per non alimentare le polemiche in piena crisi di governo: "Credo che in un momento complicato come questo il modo migliore per aiutare il presidente della Repubblica è evitare di aggiungere polemiche alle polemiche e prodursi in dichiarazioni estemporanee", dice il vice segretario del Pd Andrea Orlando.
In difesa del leader di Italia Viva si schiera l'ex ministra Teresa Bellanova, che a Tagadà su La7 dice: "Chiederò a Renzi di venire da voi a parlare di queste questioni e chiarire ai cittadini. Vorrei avere un elenco dei rappresentanti politici italiani che hanno avuto richieste di andare a fare i relatori in altri Paesi, Arabia compresa, e che abbiano rifiutato". Poi è lo stesso Renzi a parlare del caso in un breve video su Twitter: "Chi ha idee le porta al tavolo, come Italia viva. Chi non ne ha usa i diversivi -afferma-. Oggi il diversivo è la conferenza internazionale a Riad. Prendo l'impegno, sono pronto a discutere dei miei incarichi internazionali, delle mie idee sull'Arabia Saudita, su tutto. Ma lo facciamo una settimana dopo la crisi di governo. Adesso è del futuro dell'Italia, non dei sauditi, che stiamo discutendo. Per questo parliamo di scuole, vaccini posti di lavoro, non di diversivi".