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Moda: Londra riparte sotto il segno della contaminazione

Una delle proposte di Vivienne Westwood Red Label durante la London Fashion Week per la primavera-estate 2016
Una delle proposte di Vivienne Westwood Red Label durante la London Fashion Week per la primavera-estate 2016
21 settembre 2015 | 15.41
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Londra riparte sotto il segno della contaminazione. Sulle passerelle della fashion week inglese si respirano influenze punk, goth e jap, 'inquinate' da richiami romantici ed echi couture. Un vero cabinet de curiosité che sembra confermare solo in parte le tendenze viste sulle pedane di New York, vale a dire quel métissage sorprendente tra lo sportswear e l'high fashion che da qualche stagione caratterizza le passerelle del fashion globale.

Dalle bambole clownesche di Gareth Pugh al glam rock di Versus Versace, fino al tayloring di Antonio Berardi e al romanticismo di Burberry, per la primavera-estate 2015/2016 Londra manda in scena la teatralità di antieroine contemporanee. A dominare è la palette del rosso veneziano, nero, bianco e aragosta ma anche pennellate di giallo, incursioni pastello e i colori della Union Jack. Forme destrutturate, abiti scivolati, righe oversize e spalline anni '80 fanno da leit motiv a una cinque giorni dominata dalla sperimentazione.

Bambole gotiche, più manichini che modelle, calcano la passerella di Gareth Pugh in quello che sembra un circo di drag queen e incendiarie eroine della notte. A rivivere in passerella è la Soho dei night club anni '70, dove ibride dancing queen irrompono in passerella con ritmo serrato. Teatrali quanto grottesche le maschere che ricoprono i volti delle modelle con trucco, occhi e ciglia disegnate sul nylon, in un'overdose di paillettes, body e stivali in latex, pelle, organza, frange, pelliccia, abiti monospalla e tagli inguinali. Una collezione sovversiva, a tratti drammatica, dominata da larghe righe bianche e rosse proiettate su pantaloni a zampa e long dress scivolati, che ricordano il tendone di un circo.

Da Vivienne Westwood Red Label i modelli manifestano contro i cambiamenti climatici

Sfavillante, leggera, pronta a decollare verso L'Avana. Così la donna plasmata da Temperly London, che per la prossima primavera-estate manda in scena cappelli stile Panama, prendisole ricamati, fluttanti abiti kimono, caftani e long dress a stampa floreale, senza rinunciare ai dettagli in macro sangallo su lunghi chemisier di cotone, intarsi in pizzo e seta stampata. Una collezione tropicale ammorbidita dal romanticismo di paillettes, lustrini, ruches e volant, e dal tocco folk di nappine e frange applicate sui foulard e sugli abiti pensati per la sera.

Una pacifica manifestazione "per fermare i politici responsabili del cambiamento climatico e della guerra" quella vista sulla pedana di Vivienne Westwood Red Label, la seconda linea dell'irriverente designer londinese, sulla quale hanno sfilato modelli e attivisti, amici di Dame Westwood. Solo pochi giorni, fa la stilista aveva protestato a bordo di un carro armato contro il fracking e le politiche adottate in merito dal governo di David Cameron. "Manifestare, dimostrare, adesso e ora" l'inno che intona una pletora di modelli. Armati di manifesti e cartelloni, ("il fracking è un crimine", "l'austerità è un crimine") in testa corone di carta, protestano contro la dipendenza dai combustibili fossili.

Il petrolio, in particolare, sembra spalmato sui visi delle modelle, fasciate da abiti di pizzo increspati lunghi fino al ginocchio, fiori scarlatti, corsetti, e t-shirt decorate con slogan pro ambiente. Grintosa anche la donna di MM6 Maison Margiela, fasciata da tessuti tecnici e lunghi camici bianchi in una collezione tanto caotica quanto stramba. Tratteggiati da John Galliano, i capi giocano con stampe equestri, prendisole in plastica, blouson, e lunghi guanti di paillettes indossati sotto t-shirt informi.

Influenze jap per Rocha, Koma e Saunders, da Versus arriva il total black di Vaccarello

Mentre suède, abiti 'marmorei' e stampe seventies conquistano Daks, tornano, più ingombranti che mai, gli anni '80, grazie alle spalline esagerate che incedono da JW Anderson. Lo stilista irlandese, da due anni al timone della griffe iberica Loewe, 'graffia' la collezione con stampe che ricordano le opere spray di Keith Haring e pattern grunge. Un nuovo romanticismo, quello di Anderson, esasperato da echi punk e avanguardisti, come i reggiseni microscopici portati su flare pants o sovrapposti alle camicie, pantaloni increspati dall'elastico alla caviglia e due borse bandoulière da portare insieme, l'una sovrapposta all'altra.

Londra-Kyoto solo andata per Simone Rocha, in una collezione che si rifà ai colori e alla tradizione giapponese, dove gli abiti bondage-like contrastano con le vibrazioni oniriche del catwalk. Drappi di stoffa nera intrecciati a mo' di corda si annodano così sugli abiti e sulle gonne tinte di rosa pesca, mentre il verde che richiama il foliage delle foreste di bambù è smorzato da tocchi pastello, tasche applicate e fiocchi decorativi. Protagonista assoluto il neoprene di suit e minidress, mentre la palette cromatica va dal pesca al verde, fino al mattone, passando per il cipria, il total black e il caramello.

Le influenze jap contaminano anche le robe kimono di Jonathan Saunders e David Koma, dove moderne samurai sfilano in abiti e camicie bandeau, con zip e giochi di trasparenze su gonne abbinate a bra sportivi. Su tulle e pelle sbocciano fiori e foglie stilizzati, mentre i tagli sono stile impero. Da Versus Versace Anthony Vaccarello raccoglie l'eredità di Christopher Kane prendendo le redini della linea di diffusione della griffe della Medusa. Sfilano così minigonne in vinile, coat in pelle, e drappi animalier head-to-toe.

Lingerie a vista, biker jacket e trench scampanati, così la donna Burberry

A dare elettricità alle silhouette pensano impunture, zip, bottoni di metallo e stampe botaniche all over su gonne e pants drappeggiati. Il total black, vero tema unificante della passerella, è stemperato da incursioni floreali e denim. Vaccarello sembra così delineare un nuovo corso per il brand, tanto glam quanto rock, senza pertanto stravolgerne il dna. Il deserto del Nevada, le stampe animalier e la carta da parati anni '70. Il tutto trasportato nello psichedelico mondo di 'Paura e delirio a Las Vegas'. E' questa la ricetta di House of Holland, che sulla passerella manda un tripudio di stampe che colorano bomber, suit e abiti.

Il twist in più? Accostarli a piumini smanicati, grandi occhiali aviator e calzettoni di spugna sotto sandali con le piume, in un patchwork di stoffe e fantasie. Una guerriera urbana pronta a partire per un safari lisergico. Applaudissimo, infine, il catwalk di Burberry. Dal quartier generale di Kensington Garden, Christopher Bailey manda in scena una commistione di stili, dal romanticismo di pizzo e tulle dei minidress abbinati a biker jacket e caban con bottoni dorati, fino al raso della lingerie a vista portata sotto pellicce, cappe, montgomery e lunghissime mise da notte che sfiorano il pavimento.

Immancabile il trench, cifra stilistica del brand londinese, qui rivisitato con stampe floreali e tagli scampanati. Corto fino a metà coscia, diventa fluttuante quando abbandona il classico gabardine. Niente trine o intarsi a decorare gli abiti, i volumi e i tagli sono puri. Unico vezzo le catene dorate delle borsette annodate al polso, che contrastano con il maxi zaino da trekking customizzato dalle iniziali delle modelle. Dal parterre, gli aficionados della griffe Mario Testino, Cara Delevingne, Kate Moss, Lorde e Sienna Miller approvano.

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