"E' stato un confronto costruttivo. Ringrazio pubblicamente la ministra Valeria Fedeli per l'occasione di dialogo, l'assessora regionale Lucia Fortini e l'onorevole Camilla Sgambato per avermi accompagnato in questo difficile ruolo di portavoce di un’intera categoria di lavoratori precari. Le nostre ragioni sono state perfettamente condivise anche dalla dirigente Miur la dottoressa Bono che accompagnava il ministro". Con queste parole il professor Pasquale Vespa, presidente dell'Associazione nazionale docenti per i diritti dei lavoratori, ha commentato l’incontro con la ministra della Pubblica Istruzione Valeria Fedeli al Miur in viale Trastevere a Roma.
Secondo l'associazione "la soluzione alle disparità introdotte con la 'Buona Scuola' vanno sanate con una soluzione politica che metta anche freno alle disparità di trattamento di chi ricorre presso il Tribunale ‘giusto’ e chi non lo fa".
"E questa soluzione -ha continuato il professor Vespa- deve partire da un concetto chiave: occorre valorizzare l’esperienza acquisita in tanti anni, da quei Lavoratori precariche continuano a sopperire alle mancanze organizzative dell’Amministrazione pubblica con la passione, la dedizione e la competenza con l’impiego, da parte dello Stato. Oltre centomila docenti impegnati ad insegnare, inseriti in gae, seconda e terza fascia d’Istituto che ancora non vedono la luce della stabilizzazione".
"Basterebbe fotografare gli ultimi tre anni scolastici -ha aggiunto Vespa-, due dei quali pesantemente condizionati dalla Buona Scuola, per capire dove e come intervenire per sanare una situazione che pesa sulla vita scolastica ed il rendimento dei ragazzi, che non hanno avuto garantita la continuità didattica dalla legge 107/15, oltre che condizionare pesantemente la vita di tantissimi lavoratori precari, che servono alla scuola pubblica, ma che la 'Buona Scuola' non ha saputo tenere nella giusta considerazione".
"E cosa dire -ha spiegato ancora Vespa- dell’anomalia tutta italiana per la quale esistono docenti idonei all’insegnamento ma non abilitati che esercitano una professione regolamentata per la quale è prevista dal nostro ordinamento giuridico l’obbligo del possesso dell’abilitazione? Occorre dare immediata risposta a chi – come previsto dalla normativa europea 36/2005 – è gia di fatto abilitato e dare una risposta a chi nel frattempo ha accumulato 360 giorni di servizio. Del resto la Scuola ha bisogno di docenti, li sta attualmente ‘usando’, che lo Stato dia una risposta a questi lavoratori".