La circolare emessa recentemente dell'Ispettorato nazionale del lavoro (Inl, 3/2018), che affronta il tema di contratti siglati dai sindacati "comparativamente più rappresentativi" e del godimento di determinati benefici contributivi ad essi riservati, pone di nuovo sul tavolo il tema della rappresentatività sindacale. Senza che, però, "nel sistema attuale sia possibile individuare con certezza i parametri attraverso i quali determinare tale comparazione e conseguentemente individuare l’organizzazione sindacale perciò 'maggiormente' rappresentativa". A sottolineare la criticità è l'Approfondimento pubblicato oggi dalla Fondazione Studi dei consulenti del lavoro dal titolo 'Rappresentanza, ccnl e agevolazioni: dubbi irrisolti'.
Il testo elaborato dagli esperti della Fondazione, analizza le criticità della tematica, confermando l'urgenza di sciogliere il nodo per fare chiarezza in un comparto al momento non decifrabile.
"L’assenza di un sistema affidabile e soprattutto individuabile a priori del requisito della rappresentanza sindacale, induce a diffidare della possibilità di attivare le azioni, per lo più 'specifiche', minacciate dalla circolare in discorso", si legge nell'approfondimento. E a causa della oggettiva incertezza normativa e "della sostanziale mancanza di un sistema classificatorio certo", spiega, "ogni intervento teso al diniego delle agevolazioni o della disciplina derogatoria, sarebbe foriero di contenzioso, dalla definizione peraltro complessa", concludono i consulenti del lavoro.