"Molto spesso le imprese innovative sono quelle che crescono e si sviluppano di più. E di conseguenza sono quelle in cui per i dipendenti è possibile crescere, avere più soddisfazioni personali e fare carriera. E quindi possono essere quelle più attrattive per i potenziali dipendenti". Così Umberto Bertelè, docente emerito di Strategia al Politecnico di Milano, chairman degli 'Osservatori Digital Innovation', commenta, con Labitalia, il Randstad Employer Brand 2017, il riconoscimento con cui Randstad - secondo operatore al mondo nel mercato dei servizi per le risorse umane - premia le aziende in cui gli italiani preferirebbero lavorare, che sarà assegnato il 12 aprile.
Secondo Bertelè, che recentemente ha pubblicato la nuova edizione del libro 'Strategia' che tratta l’impatto della 'digital disruption' sui modelli di business delle imprese e sul lavoro, "l'innovazione è possibile da tanti punti di vista, anche se oggi è quasi sempre legata alla digitalizzazione che poi si può esprimere in diversi settori".
Quest'anno, al Randstad Employer Brand 2017 sarà premiata anche l’azienda con sede in Italia più 'disruptive', selezionata tra imprese altamente innovative che per dimensioni non sono incluse nel campione del 'Reb'. La disruption - termine coniato negli anni ’90 da Clayton Christensen, della Harvard Business School, mutuato dalla biochimica cellulare - non è solo innovazione di prodotto o di servizio, ma la creazione di qualcosa che prima non c’era. Per lo studioso, "naturalmente non è detto che tutte le imprese innovative crescano e vadano bene". "Però se c'è un'impresa innovativa e che è anche in crescita - sottolinea - allora diciamo che è il luogo ideale per una persona che vuole crescere, fare carriera, mettere in gioco e accrescere le proprie professionalità".