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"Per avere successo ci vuole costanza, determinazione e preparazione, amore per il proprio lavoro e non affidarsi totalmente all'improvvisazione". Questa la ricetta del maestro di fotografia artistica Euro Rotelli, che ha collezionato premi e riconoscimenti anche a livello internazionale, per sfondare nel settore, che illustra in un'intervista a Labitalia. "Non ho insegnamenti particolari da trasmettere -sottolinea- se non l’imprescindibile passione che deve sottendere e sostenere questa professione, ma questo dovrebbe appartenere a tutti i settori lavorativi, anche se mi rendo conto di esprimermi a livello utopistico". (fotogallery)
"Quello che intendo dire -sottolinea- è che, se dovessi basarmi sui sacrifici, le delusioni e la fatiche che hanno costellato la mia storia personale, così come il futuro incerto e nebuloso che si prospetta, sicuramente scoraggerei chiunque volesse intraprendere questo cammino. Ma poi rifletto sul fatto che nemmeno io ero consapevole di quello che mi attendeva e ho lavorato giorno dopo giorno per costruire quello che sono e per realizzare i miei progetti (non ultimi, a livello pratico, il mio studio e il nuovissimo spazio espositivo), sempre guardando avanti e superando quelle che sembravano al momento enormi difficoltà".
"Se si hanno doti e idee, unite a solide basi, prima o dopo si emerge dall’anonimato. E, non smetterò mai di ripeterlo, fondamentale è aggiornarsi e confrontarsi sempre, non credere mai di essere arrivati, perché questo mondo è in continua evoluzione e non permette di fermarsi. Non parlo solo di competitività, che può e sta diventando sempre più stressante e alienante, ma di arricchimento personale, di 'educazione permanente' come la definisce Jacques Delors, un supporto prezioso per individuare i mezzi e il modo per percorrere la propria strada in questo mondo globalizzato", continua.
"Per la parte artistica -rimarca Euro Rotelli- è un’altra cosa naturalmente. Non si tratta di un lavoro. Di pseudo artisti ce ne sono a centinaia ma, dopo una fiammata dovuta a coincidenze fortunate, di questi non rimarrà traccia alcuna nella storia dell’arte. Per quanto mi riguarda, non riesco e non posso dare un giudizio su me stesso e tanto meno a pormi come esempio, se non di essere certo di aver lavorato sempre con professionalità e coerenza da un lato, e aver sempre seguito il mio istinto e le mie idee dal punto di vista creativo, senza mai abbandonare la mia strada o farmi fuorviare da facili modelli o schemi interpretativi".
"Il panorama artistico del nostro Paese -afferma- non credo offra opportunità concrete per chi voglia vivere di fotografia, non ancora almeno, se non per pochi e circoscritti casi. Siamo ancora lontani da quell’ampio respiro che ci permette di 'allargare gli orizzonti' e spaziare tra linguaggi diversi. Siamo ancora legati a schemi e preconcetti discriminanti a livello artistico. Si parla di diverse forme d’arte, ma come una classifica, non a livello paritario. La pittura e la scultura, con tutto il merito e il rispetto dovuto, rivestono ancora il ruolo principale nell'arte, rappresentando archetipi e canoni estetici ancorati al passato".
"Lo si riscontra -fa notare- nelle fiere e nelle aste, dove la fotografia è il fanalino di coda e nelle stesse gallerie che faticano a introdurla. Poche sono quelle che scelgono la fotografia come unica forma d’arte proposta nel loro spazio. All’estero non è affatto così e lo si vede dalle numerose fiere, come Paris Photo ad esempio".
"I generi fotografici più difficili da perseguire -commenta- a livello profit sono sicuramente quelli più creativi, nel senso di aver la possibilità di poter esprimere la propria personale idea nell’interpretare un soggetto, una situazione. Quasi sempre i committenti temono di 'osare', di esporsi in modo meno consueto, più difficile, secondo loro, da interpretare per il cliente e il fruitore finale dell’immagine. La fantasia non è un prodotto apprezzato ai giorni nostri, almeno nel mio territorio, dove il verbo interpretare viene ancora confuso con eseguire".
"Alcuni autori -precisa Euro Rotelli- sono ipervalutati senza una valida motivazione, se non la richiesta sul mercato non supportata da un curriculum altrettanto importante. Succede ad esempio con autori giovani, le cosiddette rivelazioni, che raccolgono immediati e e allargati consensi per poi sparire nel nulla perché non supportati da un solido background di studio e ricerca o seguiti e sostenuti dai critici o dalle gallerie che li hanno scoperti. Altri autori affermati si sono visti, al contrario, svalutati alle aste senza una motivazione apparente".
"La crisi -sottolinea- non riguarda solo i singoli settori del mercato dell’arte, ma si tratta di una vera e propria crisi di valori e di scarsa conoscenza e competenza in questo campo a tutti i livelli, che porta prima di tutto i giovani ad allontanarsi dal mondo dell'arte per rivolgersi ad altri tipi di mercato, magari più effimeri; inoltre, queste valutazioni 'ondivaghe' disorientano i collezionisti portandoli ad investire in autori storicizzati e, quindi, sicuri".
"Questo, unito appunto al notevole calo d’interesse globale -precisa- verso il mondo dell’arte contemporanea come investimento, penalizza artisti emergenti di valore che non trovano più mecenati e galleristi disposti a supportarli, indirizzarli e proporli. Assistiamo sempre di più al moltiplicarsi di questi autori meteora e di proposte già viste, ripetitive o decorative che ben poco hanno a che fare con la vera creatività, ma che potrebbero inserirsi meglio nel design o in un certo tipo di artigianato".
"E' molto più facile per un autore e un gallerista - afferma - percorrere sentieri 'già battuti' proprio perché tali autori non hanno nulla di personale e nuovo da dire e sempre più i galleristi non hanno il coraggio di rischiare e scommettere su chi parla linguaggi diversi, a prescindere dall’età, uscendo da binari consolidati e sicuri. E questo non fa di certo bene all’arte".
"Negli ultimi dieci anni -ammette- nel mondo della fotografia non vedo sinceramente molti progressi, anzi. Un tempo, quando ero agli inizi della mia carriera fotografica professionale e artistica, c’era molta più attenzione e rispetto per la fotografia. Con l’avvento del digitale e la velocizzazione esponenziale della tecnologia, ognuno si crede capace di realizzare qualcosa di creativo e questo genera confusione e abbassamento del livello di qualità".
"La creatività -dice- viene confusa troppo spesso con l’improvvisazione e con giochi di giustapposizioni e rielaborazioni su immagini banali o già viste, fino a renderle per forza originali e appetibili. Ci vorrebbe una rieducazione generale partendo proprio dalle basi della storia dell’arte e dell’acquisizione di tecniche. Manca inoltre la manualità, il vecchio apprendistato. Senza questo non ci si inventa né professionisti né tanto meno artisti".
E comunque l'arte di Euro Rotelli non si ferma. "I miei prossimi impegni del 2017 -rivela- prevedono due mostre all’Istituto italiano di Cultura di Atene (contemporanee e collegate a Documenta): 'The Body The Soul' e 'Laudes creaturarum (Il Cantico delle creature)', un lavoro concettuale molto intenso e sofferto, prodotto in diverse dimensioni in opere uniche con intervento manuale. A seguito esporrò il mio recente lavoro 'Silentium' presso Galerija Fotografija di Lubiana che mi rappresenta e 'Sleepy Places' in una galleria di Parigi. Altre mostre ancora da definire il prossimo autunno e un paio di libri che sto realizzando".
"Come stampa d’autore -continua- oltre a quelle disponibili sul mercato dell’arte, esiste la possibilità di destinare una tiratura speciale in occasione di eventi importanti, come premi, rassegne, eventi speciali. Quest’anno, ad esempio, sono stato invitato come ospite dall’Associazione Occhio dell’Arte di Lisa Bernardini con cui collaboro da tempo, alla prossima tappa del Photofestival 'Attraverso le pieghe del tempo' e a firmare i premi speciali 2017 da destinare ai personaggi dell’arte e dello spettacolo".