Sono 474 mila i cittadini extra Ue regolarmente soggiornanti a Milano, con un tasso di occupazione al 67,8%, e un tasso di disoccupazione all'11,9%. I titolari di imprese individuali sono oltre 30 mila. Sono alcune cifre del Rapporto sulla presenza di migranti nella città metropolitana di Milano nel 2016, elaborato da Anpal Servizi nell’ambito del progetto 'La mobilità internazionale del lavoro', e presentato oggi a Palazzo Isimbardi.
Quella milanese si rivela così l'area metropolitana con il maggior numero di stranieri non comunitari regolarmente soggiornanti sul territorio, provenienti soprattutto dal continente nord africano e da quello asiatico. Una presenza massiccia che non ha eguali nel resto d'Italia, caratterizzata, come certificato da tutti i principali indicatori del mercato del lavoro, da un’integrazione piuttosto positiva. Anche se, annota Anpal Servizi, stando ai dati sulla qualità dell'occupazione e sul livello delle retribuzioni, non mancano importanti elementi di criticità. La presenza dei cittadini extra Ue tra il 2010 e il 2016 a Milano è cresciuta del 30%, quasi il doppio rispetto a quanto rilevato in Italia (15,7%). L'equilibrio di genere è quasi perfetto, con gli uomini che rappresentano il 50,6% e le donne che coprono il residuo 49,4%.
Per ciò che riguarda la distribuzione per fasce di età, più del 58% ha un’età superiore ai 30 anni e il 24% circa ne ha meno di 18. Oltre a quest'ultimo dato, altri due segnali sembrano indicare un processo di stabilizzazione piuttosto avanzato per i migranti: la maggior parte di loro ha un permesso di soggiorno non soggetto a rinnovo: la quota di lungosoggiornanti è infatti pari al 55,1%, a fronte di una media nazionale del 59,5%; il 40,4% dei titoli di soggiorno a scadenza è stato rilasciato o rinnovato per motivi familiari, percentuale solo lievemente inferiore a quella registrata complessivamente in Italia (41,5%).
Le comunità più rappresentate a livello locale provengono da Egitto, Filippine e Repubblica Popolare Cinese, con incidenze - rispettivamente - del 14,5% (gli egiziani nel milanese sono pari alla metà di tutti quelli presenti in Italia), 10% e 9,7%. Tra il 2010 e il 2014 - nella sola città metropolitana di Milano - sono nati 32.739 bambini di cittadinanza straniera. Sono 71.137 gli alunni di cittadinanza extra Ue inseriti nel circuito scolastico: pari all’11,4% del totale a livello nazionale. Meno di un decimo delle scuole del milanese non ha studenti non comunitari. Milano risulta anche la città metropolitana con il più alto numero studenti universitari non comunitari: 10.457, ovvero il 18% della popolazione accademica extra Ue in Italia.
Tra i minori stranieri non accompagnati (egiziani nel 57,5% dei casi) prevalgono quelli più prossimi alla maggiore età: oltre l’84% dei ragazzi inseriti nel circuito dell’accoglienza hanno più di 16 anni. La quota dei quindicenni è invece pari al 9%, mentre è al 6,1% la percentuale dei bambini con età tra i 7 e i 14 anni.
Milano è la seconda città metropolitana, dopo Roma, con il più alto tasso di occupazione della popolazione non comunitaria: 67,8%, a fronte di una media nazionale del 56,9%. Indicatore che - nell'area considerata - è sensibilmente superiore a quello della popolazione autoctona, fermo al 55,9%. Bene anche il tasso di inattività, che al 23% è molto inferiore al 39% della popolazione autoctona. Performance peggiore solo per il tasso di disoccupazione: all'11,9% contro il 7,3% degli autoctoni.
Nel complesso, il quadro occupazionale della popolazione non comunitaria nell’area metropolitana di Milano è più roseo di quello rilevato in Lombardia, e nettamente migliore di quello relativo all’area Nord-Ovest del Paese, dove la quota di occupati non comunitari sul complesso della popolazione di cittadinanza extra Ue è pari al 56,3%. Tra gli elementi di criticità, Anpal Servizi segnala il fatto che oltre la metà degli stranieri svolge un lavoro manuale non qualificato. E' minore l'incidenza del lavoro manuale specializzato, che coinvolge il 12,4% dei lavoratori extra Ue a fronte del 28% di quelli occupati complessivamente in Italia. Maggiore - rispetto a quanto rilevato a livello nazionale - la quota di dirigenti e professionisti tecnici e intellettuali: 9,2% contro 5,1%.
Nell’area milanese si rileva, inoltre, una forte concentrazione nelle fasce salariali più basse: il 42,7% degli occupati dipendenti non comunitari percepisce una retribuzione mensile inferiore a 800 euro, il 39,1% guadagna tra gli 800 e i 1.200 euro mensili e il residuo 18% ha un entrata superiore ai 1.200 euro. Circa un quinto delle assunzioni è nell’ambito della ristorazione: il 9,6% per camerieri e simili, il 3,9% per cuochi e il 6,6% per personale non qualificato.
Infine, i titolari di imprese individuali di cittadinanza extra Ue sono 30.375 e rappresentano il 23,8% del totale degli imprenditori individuali dell’area. Una percentuale più che doppia rispetto a quella rilevata su scala nazionale (10,9%). I settori di attività principali sono il commercio (34%) e i servizi alle imprese (25,8%). Netta è la prevalenza degli imprenditori egiziani (24,6%). Seguono la comunità cinese (17,4%) e subito dopo quelle del Marocco e del Bangladesh (9% in entrambi i casi).