Il mondo del lavoro che verrà tra ‘digital disruption’, disintermediazione e nuovi servizi alle persone e alle imprese. Questo il tema che è stato al centro dell’assemblea pubblica di Assolavoro, l’associazione nazionale delle agenzie per il lavoro, in corso a Roma.
“Aziende come Google, Amazon e altre in cinque anni hanno scalato i vertici delle classifiche mondiali delle multinazionali come maggior fatturato scalzando imprese ‘tradizionali’, e adesso stanno entrando nel mondo dei servizi al lavoro”, ha spiegato Cosimo Accoto, consulente aziendale e visiting scientist al Mit di Boston.
Secondo Accoto, “queste aziende stanno utilizzando l’intelligenza artificiale per entrare in questo mondo, non so come finirà ma ci stanno provando: è possibile che entrino pesantemente a fare ‘distruption’ in questo mondo relativamente stabile”.
E secondo Antonio Belloni, consulente aziendale e giornalista, “gli attori nuovi spesso irrompono con modelli e soluzioni che fanno leva sulle inefficienze di mercati in cui attori, domanda, offerta, non trovano risposte adeguate alle domande vecchie e nuove; e quando irrompono cambiano regole, azzerano ruoli e processi consolidati, immettono elementi di disintermediazione e creano nuove forme di intermediazione che vedono protagoniste piattaforme che collegano bisogni”.
Nel mondo globale e digitalizzato di oggi, ha spiegato Belloni, “sono saltati i confini che in passato separavano luoghi e settori, creando spazi aperti trans-territoriali e trans-settoriali in cui ci sono molte opportunità, ma anche molta confusione". "Per rispondere a questo mutato contesto, occorre sempre più abilitare forme di intelligenza relazionale in grado di mettere in connessione chi è dotato di capacità con chi potrebbe usare utilmente quelle capacità per rispondere alle proprie esigenze o ai propri bisogni”, ha detto.
Per Marcello Bogetti, direttore di LAbNet, spin-off SAA, “il mondo dei servizi è al centro di questa trasformazione nella quale si affacciano attori che ad oggi operano in altri settori e mercati, creano combinazioni di servizi nuovi mentre saltano le dimensioni territoriali e le regole che ci siamo dati”. “Ed emergono -ha concluso- dimensioni nuove, trascurate sin qui, viste solo come inefficienze, ma che hanno caratterizzato profondamente il mercato del lavoro, in Italia e non solo”.