Buone notizie dalle imprese italiane, sempre più attente alla gestione del proprio credito, leva strategica per superare le difficoltà economiche. Calano costantemente i ritardi gravi delle aziende nei pagamenti nei confronti dei fornitori. Rispetto a un anno fa i pagamenti oltre i 30 giorni di ritardo, uno dei principali indicatori dello stato di salute delle imprese, sono infatti calati del 13%. Solo un'impresa su tre però rispetta i tempi pattuiti con i fornitori. Il 35,6% delle imprese, dati aggiornati a marzo 2017, paga alla scadenza, il 52,4% entro il mese di ritardo, mentre è il 12% la percentuale dei ritardi gravi.
Una percentuale, quest’ultima, che ha raggiunto il suo minimo storico dal 2012 ad oggi, anche se rispetto al 2010 è comunque più alta del 118,2%. Continua invece la crisi delle imprese che operano nel settore del commercio al dettaglio, punto finale di tutte le filiere industriali: solo un una impresa su quattro (25,9%) è virtuosa, il 18,2% salda le fatture con oltre il mese di ritardo. A diffondere i dati è lo Studio pagamenti, aggiornato a fine marzo 2017, realizzato da Cribis, la società del Gruppo Crif specializzata nelle business information, che ha studiato i comportamenti di pagamento delle imprese italiane.
"Ci sono deboli -commenta Marco Preti, amministratore delegato di Cribis- ma costanti segnali di miglioramento nei ritardi di pagamento delle aziende italiane. Il calo dei ritardi gravi va sicuramente interpretato come un indicatore del miglioramento dello stato di salute delle imprese italiane. Anche i fallimenti, altro importante indicatore, sono ormai da un paio d’anni in costante riduzione e la nostra annuale indagine presso gli invitati al convegno Studio Pagamenti mostra un cauto ottimismo da parte delle imprese: per il 54% la condizione della propria azienda migliorerà nei prossimi 12 mesi, rispetto a solo un 10% che invece intravvede un peggioramento. Le stesse aziende, però, mettono in evidenza che in questi anni hanno dovuto fronteggiare una situazione molto difficile, caratterizzata da una riduzione del giro d'affari e una crescita dei ritardi nei pagamenti e degli insoluti".
"Tutto ciò -continua l’amministratore delegato di Cribis- è quindi la dimostrazione di come la gestione del credito commerciale sia diventata un fattore centrale della vita aziendale, insieme alla qualità dei prodotti e alle strategie commerciali. Come Cribis siamo un osservatorio privilegiato, essendo il partner delle aziende leader dei diversi settori e di oltre 15.000 pmi italiane e perciò possiamo affermare che le aziende che hanno ottenuto le migliori performance sono quelle che hanno utilizzato la gestione del credito come uno dei parametri di segmentazione della clientela, in sinergia con le esigenze e gli obiettivi commerciali. La puntualità dei pagamenti è quindi diventata uno degli elementi chiave per ottimizzare i flussi di cassa e individuare i clienti da fidelizzare e su cui investire".
"E i dati -sostiene Preti- confermano questo approccio: analizzando i nostri clienti che hanno scelto una gestione avanzata del credito commerciale emerge che in questo gruppo di clienti i ritardi gravi calano di quasi l’80%, raggiungendo il 2,7%. Questo significa che chi gestisce bene il credito commerciale, non solo incassa meglio, ha una migliore gestione del working capital e riduce l’indebitamento a breve, ma diventa a sua volta più virtuoso verso i propri fornitori, distribuendo quindi risorse liquide all’interno della propria filiera. Possiamo, quindi, affermare che nel prossimo futuro la gestione del credito diventerà un elemento strategico non solo per la singola azienda, ma un obiettivo più generale che tutto il sistema economico deve perseguire".
Le imprese del Nord-Est sono le più puntuali d’Italia nei pagamenti. Il 44,1% paga regolare, mentre i ritardi gravi sono solo il 7,3%. Situazione opposta per il Sud e le isole, dove il 23,2% è virtuoso e ben il 19,7% salda ancora con grande difficoltà i debiti con i fornitori. Bene anche il Nord-Ovest (40,7% di pagamenti alla scadenza, 8,4% oltre il mese di ritardo), situazione intermedia per il Centro Italia (31,7% di imprese puntuali, 14,2% i cattivi pagatori). Entrando nel dettaglio delle singole Regioni, invece, è il Veneto ad aggiudicarsi il primo posto in fatto di puntualità con il 44,9% di imprese virtuose e il 6,9% di ritardi gravi. A seguire per completare le prime cinque posizioni l’Emilia Romagna (44,8%), la Lombardia (44,4%), il Friuli Venezia Giulia (43,5%) e il Trentino Alto Adige (40,2%).
In fondo alla classifica si trova la Sicilia con solo il 19,5% di pagamenti regolari contro un 21,7% di gravi ritardi. Male anche la Calabria (21,8%), la Campania (21,9%) e la Sardegna (23,5%). Per quanto riguarda le province Sondrio si conferma ancora una volta al primo posto in Italia. Seguono nella top ten, Bergamo, Lecco, Brescia, Mantova, Belluno, Como, Vicenza, Pordenone e Treviso. Le imprese di Reggio Calabria sono invece le meno puntuali del Paese, seguite da quelle di Messina, Caserta e Agrigento.
Il comparto dei servizi finanziari è quello che gode di miglior salute con una quota del 46,1% di performance virtuose, a fronte di un 9,4% di ritardi gravi. Bene anche l’industria e la produzione (40,3% di imprese puntuali, 8,2% di ritardi gravi). Lo studio di Cribis, anche in questi mesi del 2017, mette in evidenza le grandi difficoltà del commercio al dettaglio, che rischiano di condizionare l’andamento di tutte le filiere produttive a monte. Appena il 25,9% delle imprese, 1 su 4, appartenenti al comparto risulta puntuale, a fronte di un 18,2% di pagamenti oltre il mese di ritardo.
L'analisi dei pagamenti per dimensione aziendale sottolinea la puntualità nei pagamenti delle micro realtà, puntuali nel 36,8% dei casi. Puntuali sì, ma spesso anche in difficoltà nell’onorare gli impegni concordati con i fornitori. Il 13,1%, infatti, paga con ritardo, allungando i tempi oltre il mese. Situazione opposta per le grandi realtà. Virtuose solo nel 13,7% dei casi, ma raramente saldano i debiti con grande ritardo, solo nel 5,8% dei casi. Situazione intermedia infine per le small, che registrano percentuali di ritardi gravi pari al 7,3%, mentre i pagamenti regolari si attestano al 34,1%.