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Lavoro: Allenarsi per il futuro, in scena alla John Cabot conferenza-spettacolo

Stefano Cianciotta e Pietro Paganini
Stefano Cianciotta e Pietro Paganini
05 aprile 2017 | 16.04
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Domani, giovedì 6 aprile, fa tappa a Roma, presso l'università John Cabot, la conferenza-spettacolo 'Allenarsi per il futuro. Il lavoro è un gioco da bambini', con il contributo di Bosch e Randstad. Rivolto a giovani, meno giovani e a tutti quelli che hanno la consapevolezza che, per la lunga gara che è la vita, l'allenamento deve essere costante, l'evento verrà messo in scena dai due coautori dell'omonimo libro dal quale è tratto lo spettacolo, Pietro Paganini e Stefano Cianciotta, e dal comico Pietro Sparacino. "Attraverso il gioco -spiega a Labitalia Pietro Paganini- che è lo svolgimento di attività che portano soddisfazione e piacere, i bambini cercano, in modo spesso inconsapevole, soluzioni alla comprensione del mondo, e quindi alla costruzione della conoscenza. In modo più consapevole dovremmo farlo con il lavoro, che è invece sempre stato paradossalmente considerato, per ragioni culturali e storiche evidenti, un diritto ma anche una punizione".

"La nostra -ammette- è evidentemente una provocazione. In un contesto in cui il mercato del lavoro cambia radicalmente e rapidamente, cediamo il nostro lavoro alle macchine e siamo obbligati a crearne di nuovi: il gioco è, dunque, la metafora per aiutare i giovani a inventare nuove professioni e, in generale, a ripensare il mondo". "L'attuale sistema scolastico -sottolinea Pietro Paganini- non riesce a preparare i lavoratori di domani. Tutto cambia, tutto è smart, tranne un’istituzione come la scuola. Dovrebbe essere, invece, il contrario: la scuola che anticipa e guida il cambiamento. I fatti della scuola italiana sconfessano la retorica di cui il nostro paese è pieno. La scuola italiana è vecchia, non ha mai risposto alle esigenze dei ragazzi e oggi non risponde nemmeno al mondo che cambia rapidamente".

"Se ci sono stati tentativi di riforma -chiarisce- questi hanno essenzialmente riguardato il personale, mai gli studenti. Invece, la scuola dovrebbe essere costruita intorno ai ragazzi e fornire loro gli strumenti per sviluppare le conoscenze, cioè la curiosità, la creatività e l’intraprendenza. I bambini entrano a scuola curiosi, creativi e intraprendenti, escono che sono l’opposto. Dovrebbe avvenire il contrario, cioè dovrebbero uscire carichi di curiosità e intraprendenza per cambiare il mondo che li aspetta".

"Molti dei mestieri di oggi -fa notare Paganini- sono destinati a sparire. E’ sempre stato così, ma questa volta, cioè in questa fase, a differenza di quelle precedenti, il cambiamento è rapido e radicale. Le macchine e l’intelligenza artificiale faranno sparire molti lavori, o meglio molti lavori saranno fatti dalle macchine. Per l’uomo rischia di esserci sempre meno spazio. Significa che il lavoro è morto, o che lo sarà tra qualche decennio? Difficile anticiparlo, ma certamente questa è un’ipotesi. Dobbiamo, infatti, immaginare diversi scenari e prepararci a tutti, anche da un punto di vista scolastico e, soprattutto, politico. Un mondo con meno lavoro richiede un sistema di regole e relazioni molto diverso da quello a cui siamo abituati. Con più curiosità, creatività e intraprendenza saremmo certamente più stimolati a comprendere il cambiamento e ad anticiparlo per meglio gestirlo".

"Il nuovo modello scolastico pedagogico, oltre che complementare al mercato del lavoro e ai cambiamenti socio-culturali, dovrà essere in grado di anticipare -aggiunge Stefano Cianciotta- e favorire la formazione di modelli di sviluppo sempre nuovi e proporre un metodo di apprendimento capace di far crescere una generazione di innovatori che siano in grado di adattarsi costantemente alle trasformazioni socio-economiche, anche quando avranno un'età avanzata. Ed è anche per questo che il nuovo sistema formativo, così come quello già proposto da Montessori, opererà attraverso un processo di apprendimento costante nel tempo, long life learning, perché sappia formare chi deve continuare ad allenarsi per affrontare le sfide del futuro".

Un comico dunque, Pietro Sparacino, e due docenti universitari, Stefano Cianciotta e Pietro Paganini: questo lo strano trio di attori che darà voce e corpo alla conferenza-spettacolo. Due docenti nei panni degli attori che, utilizzando la forza comunicativa del teatro, portano in scena l'adattamento del loro libro. Sparacino approfondirà i temi trattati dai professori da un punto di vista diverso, mettendo le tematiche dello spettacolo sotto la lente di ingrandimento impietosa della satira. Il linguaggio diretto, asciutto e informale, mette immediatamente attori e spettatore sullo stesso piano e la rottura della quarta parete e l'interattività renderanno lo spettatore protagonista del viaggio nel quale i performer lo accompagneranno. Alcuni spettatori verranno coinvolti in giochi ed esperimenti sul palco e il testo verrà accompagnato da contributi video che faranno da sfondo e da cornice ai vari momenti dello spettacolo.

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