"Per l'Ilva di Taranto, è prioritario assicurare continuità industriale con la sostenibilità ambientale: è questa una delle più grandi sfide che ha davanti l'Italia e non solo la Puglia". Così Domenico Favuzzi, presidente di Confindustria Puglia, parla con Labitalia della situazione del sito tarantino.
Il clima tra gli imprenditori, dice, "va da uno stato di rassegnazione per una vicenda che si trascina da molto tempo, ai grandi timori che tutta la storia sta suscitando". Alla base di questo c'è "questo continuo rinviarsi la palla tra governo e magistratura -osserva Favuzzi- che rischia di non risolvere i problemi del territorio, nonostante la buona volontà delle parti".
Ora "siamo a un momento decisivo -sostiene il presidente degli industriali pugliesi- in cui si spera di arrivare a un percorso virtuoso di uscita da questa situazione che tiene tutti in una situazione precaria: i lavoratori, le aziende subfornitrici e tutto il sistema produttivo pugliese".
Favuzzi è a favore di un intervento pubblico "anche se limitato alla fase del risanamento e della bonifica". "Sono necessari capitali pubblici -precisa- per accompagnare il processo di risanamento ambientale, ma noi abbiamo sempre auspicato che a questi si accompagnassero capitali privati e che l'Ilva tornasse poi presto sul mercato".
E sulla frase del governatore della Puglia, Michele Emiliano, che ha detto come l'apertura dell'Ilva "non è un dogma", Favuzzi commenta: "Emiliano deve rispondere a tutte le parti della Puglia, non solo a quella industriale, che peraltro è anche interessata ai temi ambientali".
"In economia -ribadisce Favuzzi- non ci devono essere dogmi, è vero. Ma occorre fare tutto il possibile per dare ai lavoratori e alle imprese, un percorso certo e non incerto", conclude.