Erano gli anni della crisi energetica ma neppure questa ha potuto fermare la realizzazione di 'Sandokan', il grande capolavoro di Sergio Sollima trasmesso dalla Rai per la prima volta nel 1976 ed oggi in visione al Romafictionfest per omaggiare il regista, in vista del quarantennale dello sceneggiato televisivo. Una visione resa ancora più emozionante dalla reunion del cast nella sede della kermesse romana.
Non solo erano presenti, infatti, i figli di Sergio Sollima, Stefano e Samanta, e quelli di Adolfo Celi (lord James Brooke nella serie tv) Alessandra e Leonardo, ma anche, fra gli altri, Carole Andrè (la perla di Labuan), Andrea Giordana (sir Fitzgerald) e il protagonista Kabir Bedi che ha mostrato in anteprima mondiale il promo del 'Sandokan' realizzato per l'India. Un video di 8 minuti nel quale ha sottolineato la grandezza del capolavoro tratto dai romanzi di Salgari ed ha espresso la sua profonda gratitudine per Sergio Sollima, evidenziandone la fortunatissima ricaduta sulla sua carriera internazionale che, da quel momento, ha preso il volo.
"'E' l'eroe che è in ognuno di noi", ha detto Kabir Bedi. Una visione ottimistica la sua che, di fatto, ha sedotto milioni di telespettatori e continua ad evocare coraggio, lealtà, forza, capacità di amare, eleganza, rispetto per il nemico.
Presenti alla reunion anche Guido e Maurizio De Angelis, autori della colonna sonora di Sandokan, che hanno raccontato una serie di aneddoti divertenti sulla prima volta in cui fecero ascoltare il tema della sigla con il noto urlo iniziale, sottolineando il coraggio di Sollima nel fare questa scelta musicale, allora fuori dagli schemi, e il suo preciso desiderio di avere una sigla che richiamasse l'attenzione degli italiani alle prese con la cena o con altri programmi serali. Un successo indiscusso testimoniato anche dai numeri: "il disco di 'Sandokan' ha venduto nel mondo 6 milioni di copie e solo in Italia circa 990 mila copie, sfiorando così il disco d'oro", ha raccontato Guido.
Era assente oggi al Romafictionfest solo Philippe Leroy (Yanez de Gomera) a causa di un piccolo infortunio, ma era come se ci fosse. Tra la visione della prima puntata (è stata trasmessa precisamente una puntata dilatata di un'ora e venti grazie a Rai Teche) e le parole di tutti i presenti, sembrava di essere nel bel mezzo dello sceneggiato che ha tenuto incollati davanti al piccolo schermo famiglie intere. Non mancava davvero nessun ingrediente: c'era il coraggio della lotta contro le ingiustizie, l'eroe forte ed elegante dentro e fuori, il racconto in controluce del colonialismo europeo, dialoghi ricchi di senso, silenzi eloquenti, valorizzazione delle differenze, amicizia, amore, passione e poesia.
Felice, Stefano Sollima ha infatti manifestato la sua piena condivisione nella scelta di 'Sandokan' per omaggiare suo padre: uno sceneggiato che, a suo dire, ben lo racconta, testimoniandone anche il suo impegno politico, oltre che la ricerca esasperata di realismo che si palesa nella decisione di non usare un attore italiano che avrebbe dovuto fingersi malese. "Oggi forse - ha detto Stefano Sollima - manca questo coraggio nel sorprendere il pubblico. 'Sandokan' e l'atmosfera che si respirava sul set è uno dei motivi per cui ho scelto di fare questo lavoro. Allora avevo otto anni e mi ricordo la gioia del cast e di tutti gli altri. Mi sembrava un enorme gioco che avrei voluto fare anch'io", sorride il regista.
Ma il plauso per Sergio Sollima è stato davvero generale questo pomeriggio al Romafictionfest. Carole Andrè ha voluto raccontare di come si fidasse profondamente di lui ("qualsiasi cosa mi consigliasse, sapevo che era quella giusta", Kabir Bedi, oltre alla personale gratitudine, ha rimarcato come 'Sandokan' sia "un'opera d'arte che ha dato agli italiani più gioia di qualsiasi altra". Difficile dargli torto.
