La carica dei 600.000 non ha mancato il magico incontro con il Komandante. Il muro di gente, i fan che si accampano fuori dallo stadio dal giorno prima e che sfidano qualsiasi condizione climatica per attendere la sua uscita sul palco, sono lo specchio della sua arte e il simbolo della sua storia. Per questo Vasco è paragonabile solo ai grandi del rock: solo gli Stones e Springsteen riescono a riempire gli stadi da decenni, solo lui da un quarto di secolo in Italia. E anche quest'anno, con il Live Kom '015, conclusosi con la doppietta di domenica e lunedì allo stadio Euganeo di Padova, il Blasco ha rinnovato il patto con il suo pubblico: 14 concerti tutti sold out, partiti il 7 giugno da Bari e passati per Firenze, Milano, Bologna, Torino, Napoli, Messina. Quasi ovunque è stato necessario raddoppiare le date per andare incontro alle richieste di biglietti.
Ma non sono solo i numeri, i biglietti, i record a raccontare Vasco. Gli stadi, più di un album, raccontano ogni volta in modo diverso il suo mondo, dalla trasgressione giovanile alle bellissime rughe di un rocker che ha vissuto e ha ancora molta voglia di vivere e quindi per due mesi all'anno, prima dei tour, fa una vita da atleta.
Anche Padova, come le altre 7 città del tour, ha visto “centinaia di migliaia di occhi cuori mani alzarsi verso il cielo”… Una magia che Vasco rinnova di concerto in concerto, riuscendo a regalare emozioni forti ad un pubblico che abbraccia ormai quattro generazioni, tanto da riuscire a totalizzare un numero di spettatori, 600.000, che lo confermano re incontrastato della scena live italiana.
L’astronave dal sound decisamente metal del Komandante è rimasta in orbita per oltre due trionfali mesi. E una produzione ingente ha macinato “centinaia di migliaia di kilometri” in lungo e in largo, da sud a nord e viceversa: dalle prove al Cromie di Castellaneta (Taranto) fino a Padova, dove è atterrata lasciando in orbita le canzoni e centinaia di migliaia di cuori e occhi pieni di emozioni. 36 anni di palco (“non ho 63 anni ma 36…di palco”), il suo primo concerto il 26 maggio 1979 in piazza Maggiore a Bologna : “Eravamo più noi sul palco che la gente sotto. Avevo convocato per quell’occasione tutti i miei amici a suonare con me…”.
Grazie all’arrangiamento heavy, il brano “Sballi” (ravvicinati del Terzo tipo) è diventato il simbolo della scaletta ‘015 basata sul presente di “Sono innocente ma...” ma con uno sguardo al passato (“Deviazioni”, “Credi Davvero”). E soprattutto al Vasco di domani. "E centomila mani cominciarono/ad alzarsi verso il cielo/si stava già facendo giorno/e non era arrivato nessuno/Non si poteva più aspettare invano/qualcuno già diceva/che non esistevano nemmeno…/…dovevano fare da loro,/fu allora che presero/…il volo…", canta Vasco nel brano simbolo del tour che ha dominato l'estate 2015.