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Anniversari

27 anni senza Paz, il 16 giugno 1988 moriva Andrea Pazienza

Voce e matita del '77 bolognese e della disperazione dei favolosi anni '80, autore di Pentothal, Zanardi, Pompeo

Andrea Pazienza nel 1981 sul lungomare di San Menaio, fotografato dall'amico Vanni Natola
Andrea Pazienza nel 1981 sul lungomare di San Menaio, fotografato dall'amico Vanni Natola
16 giugno 2015 | 14.08
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"Mi chiamo Andrea Michele Vincenzo Ciro Pazienza. Ho la patente da sei anni ma non ho la macchina. Quando mi serve, uso quella di mia madre, una Renault 5 verde. Dal '76 pubblico su alcune riviste. Disegno poco e controvoglia. Sono comproprietario del mensile 'Frigidaire'. Mio padre, anche lui svogliatissimo, è il più notevole acquerellista ch'io conosca. Io sono il più bravo disegnatore vivente. Amo gli animali ma non sopporto di accudirli. Morirò il sei gennaio 1984". Correva l'anno 1981 e Andrea Pazienza, meno di 25 anni e già una lunga esperienza alle spalle, si lanciava in pronostici semi-seri raccontandosi dalle pagine di 'Paese Sera'.

Disegnatore incredibile, inventore di storie fantastiche e crude, unico in grado di trasformare in fumetto le avventure di un presidente della Repubblica, Pazienza - voce e matita del Movimento del '77 e della disperazione dei favolosi anni '80 - se ne è andato troppo presto, lasciando orfana un'intera generazione di lettori che attraverso lo specchio dei volti di Pentothal, Zanardi, Pompeo e tanti altri, vedevano in qualche modo riflesse anche le loro vite. Paz è morto a 32 anni nella notte del 16 giugno 1988, ucciso - si dice, ma la causa della morte non è mai stata resa pubblica - da un'overdose di eroina. Solo pochi giorni più tardi avrebbe dovuto inaugurare a Peschici la prima mostra realizzata insieme al padre Enrico.

Nato a San Benedetto del Tronto il 23 maggio del 1956, Andrea è cresciuto a San Severo, in provincia di Foggia, per poi trasferirsi per motivi di studio a Pescara. Il liceo artistico, l'amicizia col disegnatore Tanino Liberatore e poi, nel 1974, l'iscrizione al mitico Dams di Bologna, che lascerà a due esami dalla laurea. E' qui che vive gli anni della contestazione bolognese legata al Movimento del '77, sfondo al fumetto 'Le straordinarie avventure di Pentothal', suo primo lavoro. Ed è proprio in quella facoltà che incontra altri artisti e scrittori come Pier Vittorio Tondelli, Gian Ruggero Manzoni, Freak Antoni, Francesca Alinovi.

Nel 1977 con Filippo Scòzzari entra a far parte del gruppo che realizza la rivista 'Cannibale', fondata da Stefano Tamburini e Massimo Mattioli, a cui si unirà in seguito Tanino Liberatore. Dal 1979 al 1981 collabora col settimanale di satira 'Il Male' mentre con il gruppo di autori di 'Cannibale' e con Vincenzo Sparagna, fonda nel 1980 il mensile 'Frigidaire', sulle cui pagine fa la sua comparsa Zanardi. Tra i personaggi di quegli anni, fanno la loro comparsa Francesco Stella, L'investigatore senza nome, Pertini. Pazienza realizza anche copertine di dischi, un calendario, alcuni poster, e spot grafici. Inoltre omaggia Tamburini e Scòzzari di collaborazioni e illustra articoli e racconti su richiesta del direttore Sparagna.

Poi l'insegnamento, prima presso la Libera Università di Alcatraz di Dario Fo e poi, nel 1983, partecipa alla Scuola di Fumetto e Arti Grafiche Zio Feininger - fondata a Bologna da Brolli e Igort in collaborazione con l'Arci locale - insegnando fino al 1984 al fianco di Magnus, Lorenzo Mattotti, Silvio Cadelo. Ma non c'è solo il fumetto: Pazienza firma in questi anni manifesti cinematografici (tra i quali quello della 'Città delle donne' di Fellini), videoclip ('Milano e Vincenzo' di Alberto Fortis e 'Michelle' dei Beatles per il programma di Rai Uno Mister Fantasy), copertine di dischi (come 'Robinson' di Roberto Vecchioni e 'S.o.S brothers' di Enzo Avitabile) e campagne pubblicitarie. Lavora anche per il mondo del teatro, realizzando scenografie e ideando locandine, e si cimenta anche con la pittura, esponendo nuove opere a partire dal 1982.

Se in questi anni Pazienza incontra una grande fama grazie al suo lavoro, contemporaneamente si avvicina anche alle droghe. Risale al 1984 il trasferimento nella casa di Montepulciano, dove nascono opere come Pompeo, Campofame da un poema di Robinson Jeffers, Astarte, e dove - solo 4 anni più tardi - verrà trovato senza vita.

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